L'era Pozzo ad Udine
Udinese Pozzo: nella storia delle squadre di calcio si parla spesso di fine di un’era, ma in pochi casi questa locuzione è adatta come in quello dell’Udinese. La cessione della società al fondo americano Guggenheim Partners da parte della famiglia Pozzo, infatti, lascia il club friulano orfano di una proprietà che è tra le più longeve della storia del pallone tricolore.
Giampaolo Pozzo ha acquistato i bianconeri nel lontano 1986, ritrovandosi alla guida di un club coinvolto nel Totonero e penalizzato. Nonostante la retrocessione in Serie B, l’imprenditore ha posto le basi per il ritorno in Serie A, ma soprattutto per una competitività costante da parte dell’Udinese.
Dopo una serie di promozioni e retrocessioni, infatti, i bianconeri hanno dato il via a una striscia di partecipazioni consecutive al massimo campionato durata trent’anni, durante i quali hanno raggiunto posizioni di prestigio (il terzo posto nella stagione 1997/98 e di quella 2011/12) e ottenuto anche il pass per la Champions League.
Il trading calcistico bianconero
In questo periodo in Friuli sono passati giocatori che hanno scritto la storia del calcio italiano e non solo, ma anche tecnici che poi sono finiti su panchine molto prestigiose. E nonostante un modus operandi sul mercato che ha portato quasi sempre il club a cedere i pezzi più pregiati, il sistema di scouting ha spesso permesso di allestire squadre che si sono rivelate molto competitive in A, anche per le relative quote Serie A!
Per non parlare della gestione dello stadio Friuli, che ormai è di proprietà del club (secondo stadio di proprietà in Italia dopo lo Juventus Stadium) e che è stato trasformato in un impianto di categoria 3 UEFA, che gli permette di ospitare eventi di livello medio (come la Supercoppa Europea 2025).
Ma, oltre alla famiglia Pozzo, chi sono stati i grandissimi protagonisti di questi quattro decenni di calcio made in Udine? Si tratta di una scelta non semplice, visto l’enorme numero di calciatori e allenatori transitati al Friuli.
Di Natale ha segnato 227 reti con l'Udinese
E allora forse è il caso di far parlare i numeri che, come si suol dire, non mentono mai (o almeno, dicono quasi sempre la verità). In questo caso, poi, sono particolarmente sinceri, dato che la maggior parte dei primati in bianconero appartengono a quello che, unanimemente o quasi, è considerato il calciatore più rappresentativo dell’era Pozzo e della storia intera del club: Antonio Di Natale.

L’attaccante, che è arrivato a Udine nel 2004 e ha chiuso la carriera nel 2016, è difatti il primatista assoluto per presenze totali (446), presenze in A (385), presenze nelle coppe europee (37), reti complessive (227), reti in A (191) e nelle competizioni continentali (17). In bianconero Di Natale ha vinto per due volte consecutive la classifica marcatori ed è anche stato capitano per otto stagioni, dal 2008 al 2016.
Pinzi bandiera bianconera
Dunque, per quanto riguarda il simbolo dell’Udinese targata Pozzo, pochi dubbi. Dietro l’attaccante campano, però, ci sono nomi di altri calciatori che hanno scritto pagine importanti negli ultimi quarant’anni al Friuli.
Come Valerio Bertotto, secondo per presenze e capitano da metà anni Novanta al 2006, Giampiero Pinzi, che supera anche lui le 300 presenze in campionato, Alessandro Calori e Danilo, tutti giocatori che hanno anche loro indossato la fascia.
Per quanto riguarda i gol, ci sono da menzionare Abel Balbo e Oliver Bierhoff, due grandissime intuizioni dell’Udinese a cavallo tra anni Ottanta e Novanta, e Vincenzo Iaquinta, campione del mondo nel 2006 da calciatore bianconero.
Tutti i tecnici lanciati dai Pozzo
Per quanto riguarda gli allenatori, la lista presenta parecchi nomi importanti, come quelli di Alberto Zaccheroni, protagonista del terzo posto nel 1998, di Serse Cosmi e di Luca Gotti, ma pensando alla panchina dell’Udinese difficile uscire dal binomio composto da Luciano Spalletti e Francesco Guidolin.

Il tecnico di Certaldo, al Friuli in due diverse esperienze (2001 e poi 2002/05) ha messo i primi semi del calcio che poi avrebbe mostrato alla Roma e al Napoli, conquistando la prima storica qualificazione bianconera in Champions League.
L’allenatore veneto invece è il primatista di presenze tra i tecnici dell’Udinese, collezionando 229 panchine in due esperienze (1998/99 e 2010/14) e arrivando terzo anche lui nella stagione 2010/11. A questi va aggiunto Gigi De Canio, rimasto una stagione e mezza ma in grado di conquistare un trofeo, la Coppa Intertoto UEFA 2000.
Come già detto, una delle caratteristiche principali dell’Udinese dell’era Pozzo è stata la capacità di individuare prima degli altri calciatori in grado di fare la differenza. Allo stesso tempo, il club non si è mai opposto al fatto che i suoi potenziali campioni lasciassero il Friuli, a patto che la compensazione economica fosse quella giusta.
La plusvalenza top con De Paul
Dunque, analizzando il mercato bianconero degli ultimi quarant’anni si notano sia la capacità di comprare bene che di vendere meglio. Basterebbe pensare che l’acquisto più costoso di sempre dei friulani è Rolando Mandragora, pagato 20 milioni nel 2018, mentre quello ceduto alla cifra migliore è Rodrigo De Paul, pagato 10 milioni al Valencia e rivenduto a 35 all’Atletico Madrid.
Notevoli anche gli affari riguardanti Marcio Amoroso (pagato 8 miliardi di lire e rivenduto a 55) e Alexis Sanchez, costato 3 milioni e che ne ha portati nelle casse del club 26. Cifra simile a quella incassata dall’Udinese per Alex Meret, uno dei prodotti dell’ottima scuola di portieri friulana che ha lanciato anche Guglielmo Vicario e Simone Scuffet.
Il Metodo Udinese a Londa con il Watford
Ma il ragionamento sull’Udinese e sui Pozzo non può essere completo senza menzionare il Watford. Già nel 2009 infatti la famiglia friulana si è lanciata nelle multiproprietà calcistiche, acquistando il Granada (ceduto successivamente nel 2016), per poi approdare anche nel calcio inglese con l’acquisto del Watford nel 2012.
Da quel momento sono stati moltissimi i trasferimenti, sia a titolo provvisorio che definitivo, di calciatori tra le due squadre, con calciatori come Hassane Kamara e Gerard Deulofeu che si sono trasferiti degli Hornets in bianconero in tempi molto recenti.
Udinese Pozzo
Il modello Udinese ha funzionato in parte anche dalle parti di Londra, con il Watford che ha ottenuto la promozione in Premier League nel 2015, rimanendo poi nella massima serie e disputando anche una finale di FA Cup, quella persa nel 2019 contro il Manchester City. Alla retrocessione del 2020 è seguito il ritorno immediato tra i grandi, ma dalla primavera 2022 il Watford è tornato in Championship.
Ora il club inglese è l’ultimo rimasto dei fiori all’occhiello della famiglia Pozzo. E chissà che, concentrandosi solo sui giallorossi, la dinastia (che comprende il patron Giampaolo e suo figlio Gino) non riesca a scrivere altre grandi pagine di storia del calcio…
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