League of Legends è ormai diventato il videogioco per definizione. 14 milioni di like sulla pagina Facebook ufficiale, 100 milioni di giocatori attivi ogni mese, un campionato del mondo a cui prendono parte squadre di giocatori professionisti: questi i numeri di un fenomeno i cui margini di crescita vedranno gli utenti mensili arrivare a 120 milioni nel giro di qualche settimana. 

Per quanti non conoscessero ancora League of Legends, abbiamo scelto di farcelo spiegare da uno dei massimi esperti al mondo: Fabian 'GrabbZ' Lohmann, 25 anni, allenatore della squadra LoL di G2 ESports, formazione europea giunta seconda all’ultimo campionato del mondo alle spalle dei cinesi della FunPlus Phoenix.

“League of Legends è un gioco di strategia cinque contro cinque – spiega Grabbz -, in cui ognuno dei giocatori controlla un personaggio unico e individuale chiamato Campione. Lo scopo principale del gioco è quello di distruggere l'edificio principale degli avversari. Lungo la strada ci sono obiettivi "neutrali" che danno vantaggi alle squadre e sono contesi, il che significa che entrambe le squadre combattono per loro. In generale è davvero difficile spiegare League of Legends in poche parole perché si rischia di perdere molta complessità del gioco nel riassunto”.

League of Legends

Come ti sei appassionato di questo gioco?
“La mia infanzia è stata quella tipica per un bambino tedesco, fatta di scuola, allenamenti di calcio e giochi. I miei amici mi hanno mostrato LoL agli inizi della sua diffusione e sviluppo: abbiamo trascorso molte serate giocando insieme. Sono una persona molto competitiva e League of Legends ha una moltitudine di aspetti da perfezionare, dalla padronanza del campione, al modo in cui si combinano i match up tra i personaggi giocabili, fino alla strategia generale. Tutto ciò mi ha appassionato e non riuscivo a smettere di cercare di migliorare”.

Come può un videogioco diventare una professione?
“Allo stesso modo in cui può diventarlo il calcio. La maggior parte di noi ama il calcio e consideriamo naturale  che il migliore in assoluto possa fare carriera come professionista e farsi pagare. Il discorso alla fine si riduce all’interesse che un gioco genera. Il calciatore in sé non è un talento che dev’essere pagato, ma genera interessi che gli sponsor possono sfruttare per avere visibilità, e quindi lo pagano. Allo stesso modo, gli eSports possono essere una professione.

Sono consapevole che per alcuni potrebbe essere difficile capire perché qualcuno debba guardare altri giocare ai videogiochi, ma non dovremmo dimenticare che ci sono persone che pensano la stessa cosa del calcio. Coloro che hanno un legame con gli sport o gli Esports naturalmente vogliono seguirli e vedere le gare più belle, dal calcio all’atletica leggera, fino alle nostre partite.

L’unica differenza è che è più facile riconoscere le incredibili abilità degli atleti nella vita reale rispetto che negli eSports. È facile vedere che qualcuno è più veloce, più alto, più forte, salta più in alto o spara più forte di altri, mentre negli eSports devi avere una certa esperienza con quel determinato gioco per apprezzare correttamente le abilità”.

LOL

Cosa fa un allenatore di una squadra di LoL?
“Il mio lavoro non differisce molto da quello dell’allenatore negli sport tradizionali. L'allenatore ha il compito di migliorare i suoi giocatori, iniziando dalla strategia generale, dal gioco di squadra, dalle tattiche e dalla disciplina per finire con la consulenza individuale e, soprattutto, la gestione dell'uomo.

A differenza degli sport tradizionali, gli eSport sono ancora molto giovani, così come le strutture e i giocatori, il che significa che ho anche una responsabilità simile a quella di molti allenatori delle squadre giovanili, assicurandomi che i ragazzi apprendano i valori più importanti necessari per lavorare in una squadra, essere lì per loro nel loro sviluppo personale ed essere una guida”.

Come è nato il LoL team G2 eSports? Hai scelto personalmente i giocatori?
“La squadra attuale di G2 è stata creata dal nostro CEO Carlos Rodriguez e dal nostro franchise player Luka 'Perkz' Perkovic. Era l'unico membro rimasto di una precedente squadra G2. Lui è stato l’elemento principale, gli altri giocatori e gli allenatori sono arrivati dopo”.

Il fenomeno degli eSports!

Che cosa ha significato per te arrivare secondo ai campionati del mondo?
“Principalmente frustrazione. Sapevamo che saremmo stati abbastanza bravi da vincere finalmente il campionato del mondo, un risultato che nessuna squadra occidentale ha raggiunto da quando Corea del Sud e Cina fanno attivamente parte del circuito, ma non siamo riusciti a superare l'ultimo ostacolo. Per le scommesse eSports, l'unica partita che abbiamo perso nel 2019 è stata la finale mondiale, quindi fa ancora più male. Tra alcuni potrò forse guardarmi indietro ed essere orgoglioso di questo risultato, ma per ora provo principalmente rimpianto”.

Ultima domanda: quali suggerimenti puoi dare a un ragazzo o una ragazza che vuole diventare un professionista in LoL o negli eSports in generale?
“Il mio consiglio principale è di non sottovalutare quanto sia difficile diventare professionisti in qualsiasi attività, non solo parlando di League o degli eSports. Devi essere consapevole che potresti dedicarti completamente al tuo mestiere e non farcela lo stesso: perciò è importante che i giovani aspiranti giocatori non trascurino la scuola”.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 30 aprile 2020.

Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.