Ottavio Bottecchia e la prima vittoria - “Il Tourmalet è un colle cattivo: lungo il suo cammino allinea gli sconfitti. Uno stradista piange, con i piedi in un piccolo torrente. Un chilometro più in alto, ecco la statua della disperazione. Sono quelli per cui il Tour de France è come un bambino per cui non si può più fare niente, ma che ci si ostina a non abbandonare. Ciò nonostante un uomo si è salvato: è Bottecchia, la maglia gialla. È talmente in alto che nessuno sa dove sia”. (Le Petit Parisien, 3 luglio 1924).

Questo è il modo di raccontare il ciclismo sulla stampa, nell’anno in cui Ottavio Bottecchia conquista il primo Tour de France per un ciclista italiano. I toni sono quelli dell’epica che ben si addicono alla grande vittoria di quello che i francesi chiamano Botescià storpiandone la pronuncia. 

Gino Bartali, dieci anni tra due vittorie - Bartali prende parte per la prima volta al Tour de France nel 1937, ma si ritira a Montpellier, dopo che, in maglia gialla, era rovinosamente caduto nella tappa Grenoble-Briançon; l’anno successivo, il corridore toscano iscrive per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro della Grande Boucle, sovvertendo i pronostici della vigilia che vedevano favoriti i due belgi Felicien Vervaecke e Sylvère Maes.

Ma il successo che è entrato nella Storia d’Italia, quella con la S maiuscola, è di dieci anni dopo: è il 1948, l’Italia si presenta al Tour senza Coppi e Magni, con Bartali unico uomo di punta. Belgi e francesi attaccano a ripetizione per mettere definitivamente fuori gioco l’atleta di Ponte a Ema, che infatti 13 luglio, praticamente a metà corsa, si ritrova con 21′ di ritardo da Bobet in classifica generale.

Piovono critiche dalla stampa su un Bartali che a 34 anni viene reputato troppo vecchio per competere a quei livelli; il 14 luglio, festa nazionale francese e giorno di riposo al Tour, l’Italia è scossa dalla notizia dell’attentato a Palmiro Togliatti e sembra precipitare verso una guerra civile.

La sera stessa, il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi telefona ai ciclisti italiani, pregando Bartali di vincere “perché qua c’è una grande confusione”. E Bartali obbedisce: cambia marcia e inanella una serie di successi che lo portano a vincere il Tour e, allo stesso tempo, consentono di creare un clima di distensione in Italia che porterà a una riappacificazione nazionale. Per le scommesse sportive, attuale leader della classifica a squadra sono gli olandesi del Team Jumbo - Visma!

Coppi-Bartali e la rivalità del 1949 - Il veterano Bartali si presenta alla partenza del Tour de France 1949 da campione in carica, ma Fausto Coppi è la stella nascente, avendo appena vinto Milano-Sanremo e il Giro d'Italia. Per gran parte della gara Coppi è stato perseguitato dalla sfortuna, ha perso quasi mezz'ora per incidenti e problemi meccanici. Ma ha mostrato la sua superiorità in salita sulle Alpi. Nella tappa epica di Briançon, Coppi e Bartali vanno in fuga in una prima salita.

Ma nell'ultima ascesa verso l’Izoard, Bartali inizia a soffrire. Coppi gli dice: "Adesso Gino, me ne vado". Bartali però lo implora: "Finiamo insieme. Lasciami vincere la tappa. Domani vincerai il Tour". E così è andata.

Felice Gimondi e la vittoria al debutto - Felice Gimondi riesce inaspettatamente a vincere il Tour de France al suo primo anno da professionista, nel 1965 appena ventitreenne. Un trionfo ancora più inaspettato, perché chiamato a sostituire il capitano della formazione, Vittorio Adorni, maturato infliggendo una cocente sconfitta al favorito francese Poulidor. 


Il Diablo Chiappucci che non ha vinto il Tour - Quattro ciclisti hanno conquistato un vantaggio di 10 minuti nella prima tappa del Tour del 1990. Il meno conosciuto tra loro, l'italiano Claudio Chiappucci, è quasi riuscito nell’impresa di vincere la Grande Boucle. Con la maglia gialla sulle spalle, il Diablo mantiene un vantaggio di sette minuti sul campione in carica LeMond al termine delle tappe sulle Alpi. Chiappucci rimane leader della corsa fino alla penultima tappa, la cronometro di Lac de Vassiviere, dove LeMond gli strappa la maglia gialla, andando a vincere il suo terzo Tour.

Il lungo periodo di Chiappucci in giallo, tuttavia, lo ha reso uno dei ciclisti più popolari della sua generazione e, con il secondo posto finale, ha riportato l’Italia sul podio di Parigi 18 anni dopo la piazza d’onore conquistata da Felice Gimondi. Segui l'edizione 2019 anche con le scommesse live!

Marco Pantani: il trionfo del 1998 - Nel 1998 le cronache del Tour de France sono funestate da uno scandalo doping che infiamma il dibattito sulla manifestazione e sul ciclismo in generale; la conseguenza sportiva è l’esclusione dell’intera squadra della Festina. Il dominatore della corsa sembra essere il tedesco Jan Ulrich, ma il 27 luglio, alla quindicesima tappa, Marco Pantani compie una grande impresa a Les Deux Alps e conquista la maglia gialla, con quasi 4 minuti di vantaggio sull’americano Bobby Julich, secondo: non se la toglierà più fino alla sfilata sugli Champs-Élysées del 2 agosto. 

Dopo i fatti di Madonna di Campiglio, la sospensione e la rinuncia al Tour del 1999, Pantani ritorna a correre la corsa a tappe francese nel 2000, ma si ritirerà dopo aver ottenuto una bella vittoria nella tappa del Mont Ventoux, sconfiggendo Armstrong.

Vincenzo Nibali e l’ultimo trionfo azzurro - Sedici anni dopo Marco Pantani, nel 2014 è Vincenzo Nibali a regalare all’Italia la vittoria del Tour de France, il settimo dei nostri ciclisti a riuscire nell’impresa. Nibali diventa, inoltre, il sesto ciclista della storia ad aggiudicarsi la cosiddetta Tripla Corona, ovvero la vittoria in almeno un'edizione di tutti e tre i grandi Giri, e il secondo, dopo Bernard Hinault, ad esservi salito sul podio almeno due volte. per le scommesse ciclismo, il successo di Vincenzo Nibali al Tour de France 2019 è quotato @23.00 su 888sport.it

 

Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.