Lionel Andrés Messi Cuccittini, per tutti semplicemente Leo, è il calciatore più forte di tutti i tempi? Una domanda a cui è abbastanza difficile rispondere.
Certo, a guardare i premi individuali ricevuti, con sette Palloni d’Oro (e un ottavo forse in arrivo), non dovrebbero esserci dubbi, ma la scelta del migliore di sempre è un qualcosa che così personale che è complicato raggiungere un’unanimità, tra chi gli preferisce il rivale di sempre Cristiano Ronaldo, chi mette avanti Maradona o chi ha ancora un’altra opinione al riguardo.
Ma di una cosa si può essere decisamente certi: Messi è il calciatore più vincente di sempre.
Quello lo dicono i numeri, un qualcosa di incontrovertibile, che raccontano di oltre 800 gol e 44 trionfi per la Pulce di Rosario tra club e nazionale. Una cifra che gli ha permesso di superare l’ex compagno di squadra Dani Alves e che comunque, molto, molto probabilmente non sarà neanche definitiva.
Le prime vittorie della carriera di Messi
A vincere Messi ha cominciato fin da giovanissimo, dai tempi in cui era un ragazzo di cui si diceva un gran bene che di tanto in tanto Rijkaard metteva in campo con la maglia del Barcellona. Si inizia dunque dalla stagione 2004/05, con la prima delle dieci vittorie in Liga.
Neanche il tempo di festeggiare che nell’estate 2005 l’Argentina vince il Campionato del Mondo Under-20, con Messi che porta a casa anche il titolo di capocannoniere e quello di miglior giocatore.
La stagione 2005/06 si chiude con ben tre titoli per il Barça, la Liga, la Supercoppa Spagnola e la Champions League. Poi però arrivano due stagioni complicate per i blaugrana. In quella 2006/07 i catalani vincono solo la Supercoppa di Spagna, mentre in quella successiva, l’ultima di Rijkaard, la bacheca resta vuota. L’unica soddisfazione del 2008 è l’oro olimpico a Pechino con la maglia dell’Argentina.
Messi e Guardiola per un Barca stellare
Dunque, Messi comincia l’era Guardiola con 7 titoli vinti, cinque col Barça e due con la nazionale. Ma il connubio tra Leo e il tecnico catalano è destinato a cambiare tutto. Già nella prima stagione, quella 2008/09, il Barcellona vince tutto quello che può, firmando un clamoroso Triplete (Liga, Copa del Rey e Champions League).
In quella successiva i blaugrana portano di nuovo a casa il campionato e aggiungono alla bacheca le due supercoppe, quella di Spagna e quella europea, più il mondiale per club. Nella stagione 2010/11 c’è il rischio di un altro clamoroso en-plein, ma Messi e il Barça vincono “solo” la Liga, la Supercoppa di Spagna e la Champions League.
Il 2011/12 è l’ultimo atto del Barcellona di Guardiola, che vince Copa del Rey, Supercoppa di Spagna, Supercoppa Europea e Mondiale per club, con un Messi stratosferico che in stagione realizza ben 73 reti. In quattro anni, i trofei dell’argentino aumentano in maniera esponenziale, diventando così 21, 14 dei quali conquistati con il catalano in panchina.
Messi ha vinto 35 titoli con il Barcellona
Nella stagione 2012/13, quella con in panchina lo sfortunato Tito Vilanova, il Barcellona vince la Liga, mentre in quella successiva, con alla guida il Tata Martino, arriva solo la Supercoppa di Spagna. Ma i blaugrana sono pronti ad aprire un altro ciclo, stavolta con Luis Enrique.
Il primo anno dell’asturiano arriva il secondo Triplete della storia del Barça e della carriera di Messi, mentre in quella successiva i catalani vincono di nuovo la Liga e la Copa del Rey, a cui aggiungono la supercoppa europea e il mondiale per club.
L’ultimo anno di Luis Enrique è il 2016/17, terminato con le vittorie in Copa del Rey e in Supercoppa di Spagna. A questo punto i titoli di Messi sono 32 e diventano 36 nelle due stagioni successive, quelle in cui in panchina c’è Ernesto Valverde, con il Barça che si aggiudica due volte la Liga, una Copa del Rey e una Supercoppa di Spagna.
Poi però cominciano i problemi per i catalani. La stagione 2019/20 si chiude con la bacheca vuota, con l’esonero di Valverde e la pessima metà annata di Quique Setien. Non va molto meglio l’anno successivo, quando il tecnico diventa Ronald Koeman. L’olandese porta al Camp Nou solo una Copa del Rey e l’anno successivo verrà esonerato.
Ma a quel punto non ci sarà già più Messi, che nel frattempo non ha potuto rinnovare il suo contratto con il Barcellona. Dunque, a meno di clamorosi ritorni in futuro, la storia della Pulce a Barcellona si chiude con 35 trofei vinti.
Il totale di 37 aumenta però nell’estate 2021 grazie alla vittoria della Copa America, il primo grande trofeo vinto dall’Argentina dai tempi di Maradona, conquistato, da sfavoriti per le scommesse contro il Brasile al Maraca.
Sembra il miglior viatico possibile per la nuova esperienza di Messi, quella al Paris Saint-Germain. A Parigi però l’argentino non ingrana troppo. Non che questo gli impedisca di vincere, però.
Il Mondiale 2022 è la ciliegina della carriera di Messi
Nella prima stagione porta a casa il campionato francese, a cui in estate aggiunge anche il quarto titolo con la nazionale, la Finalissima dei campioni CONMEBOL-UEFA, col trionfo dell’Albiceleste a Wembley contro l’Italia, per poi imporsi col PSG in supercoppa.
Ma sempre a proposito dell’Argentina, a fine 2022 arriva il trofeo numero 42, quello della consacrazione definitiva: la Coppa del Mondo, vinta da grandissimo protagonista con 7 reti, comprese le due nella finalissima con la Francia.
La storia con il Paris Saint-Germain termina in tono minore, con altre delusioni a livello di Champions League e con la seconda Ligue 1 della carriera di Messi, il trofeo numero 43. La Pulce decide quindi di cambiare aria.
Ma piuttosto che farsi attrarre dalle offerte del calcio saudita come il suo grande rivale CR7, opta per trasferirsi in MLS, all’Inter Miami, la squadra di David Beckham. Nonostante sia approdato in una franchigia di recente fondazione e che non è ancora mai stata protagonista del calcio d’oltreoceano, Messi ci mette molto poco a prendere le misure al soccer.
E infatti grazie ai suoi 10 gol l’Inter Miami porta a casa la Leagues Cup 2023, quello che al momento è l’ultimo trofeo di squadra dei 44 vinti dal sette volte Pallone d’Oro.
Ma vista la forma stratosferica e la volontà di andare avanti anche in nazionale, le probabilità che non sia davvero l’ultimo sono parecchio alte!
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