Forse mancava ancora qualcosa nel reparto lunghi, ma le Vu Nere di Sergio Scariolo, dopo il bel successo in Supercoppa a fine settembre, con una roster davvero di qualità, hanno comunque onorato il ritorno nell'Europa che conta dopo ben 14 anni di assenza!
Il monte ingaggi messo a disposizione dalla proprietà Segafredo è di quelli importanti, anche perchè solo nel 2023 la Virtus ha giocato ben 83 partite ufficiali...
La Virtus Bologna è una delle grandi del basket europeo, lo dice anche abbastanza il palmares, che parla di 16 campionati italiani (l’ultimo, dopo la finale persa in gara 7 contro Milano, è quello della stagione 2020/21), 8 Coppe Italia, 3 Supercoppe Italiane, 2 Euroleghe, una Coppa delle Coppe, una EuroChallenge, una Eurocup e una Basketball Champions League; una bacheca che le rende quella delle Vu Nere una delle società più titolate del Continente.
Per il ritorno nell'Europa che conta, la Virtus si è presentata con nel roster due tra i 10 giocatori più pagati dell'Eurolega!
E non solo, perché degli 84 campionati italiani di Serie A a girone unico disputati, la Virtus Bologna se ne è persi solamente due, uno per i problemi finanziari che a inizio nuovo millennio hanno portato alla mancata affiliazione al torneo e un altro per una retrocessione subito dimenticata con il ritorno nella massima categoria.
La ricostruzione della Virtus Bologna
La rivalità con l'Olimpia Milano
Gli stipendi dei big della Virtus
Il contratto biennale di Nico Mannion
Lundberg e gli altri nuovi giocatori della Virtus
La leggenda della Vu Nere
La leggenda della Virtus nasce nel dopoguerra, quando un po’ come il Grande Torino le Vu Nere dominano la Serie A con quattro scudetti consecutivi tra 1946 e 1949.
. Altri due titoli arrivano negli anni Cinquanta, poi c’è un periodo complicato in cui la concorrenza di Milano, Varese e Cantù fa pagare dazio ai bianconeri. Si ricomincia a vincere nel 1976 e nel 1984 arriva la stella. Gli anni più belli però sono certamente i Novanta, quelli in cui in panchina c’è quasi sempre Ettore Messina. Anticipati dalla Coppa Coppe del 1989, sono gli anni in cui arrivano cinque titoli tra 1992 e 2001, conditi da due Euroleghe.

Per il sedicesimo scudetto bisogna attendere il 2021, dopo che nel frattempo la Virtus era scesa per due volte in LegaDue, tornando però immediatamente sempre tra i grandi. E nell’attesa del titolo nazionale, sono arrivate anche parecchie coppe continentali, non ultima l’Eurocup, vinta con merito per i pronostici oggi misti nella stagione 2021/22.
La ricostruzione della Virtus Bologna
Da quel momento è partita la risalita, che ha portato in una manciata di anni le Vu Nere di nuovo a poter competere per il titolo, un qualcosa che dopo i problemi a inizio nuovo millennio sembrava quasi una chimera.
Strano a dirsi, ma a portare lo scudetto numero 16 è stato…un ex Fortitudo, Aleksandar Djordjevic, che negli anni Novanta era uno dei leader della F, in contrapposizione con il connazionale Predrag Danilović, la stella assoluta della Virtus dell’epoca.
E poi per la stagione 2021/22 è arrivato Sergio Scariolo, che della Fortitudo di Djordjevic…era l’allenatore e che nel frattempo, oltre all’Eurocup con la Virtus, ha conquistato anche il suo quarto oro europeo alla guida della Spagna.

La rivalità con l'Olimpia Milano
Ma il fatto che Scariolo sia un ex rivale crea ben pochi problemi ai tifosi della Virtus, dato che i risultati dei sono più che rilevanti. Merito anche di una rosa costruita con l’obiettivo di contrastare le altre grandi potenze del basket italiano dell’ultimo decennio, che dopo i problemi economici della Mens Sana Siena e la decisione della Benetton Treviso di limitarsi alla pallacanestro giovanile sono l’Olimpia Milano e la Reyer Venezia.
Proprio contro le Scarpette Rosse è arrivata la vittoria del campionato 2020/21, una finalissima che si ripete anche nella stagione successiva, che però ha visto la vittoria dei lombardi nella finalissima.
La Virtus ha dominato la regular season, terminando a 52 punti e perdendo solo quattro partite, tutte quante lontano dalla Segafredo Arena. Nei playoff le Vu Nere hanno avuto la meglio su Pesaro e Tortona, in entrambi i casi vincendo la serie da strafavoriti per le scommesse basket per 3-0.
Al momento di giocare la finale al meglio delle sette gare, però, la Virtus non ha saputo sfruttare in pieno il fattore casa. La sconfitta alla Segafredo Arena in gara 1 ha indirizzato la serie, che l’Olimpia ha poi portato a casa a gara 6 semplicemente imponendosi in tutte le partite che si sono tenute al Mediolanum Forum.
Gli stipendi dei big della Virtus
Se si cerca di individuare i giocatori più importanti del roster della Virtus Bologna non si può trascendere da un paio di individualità niente male.
La prima è quella di Milos Teodosic, serbo classe 1987, il cui arrivo nell’estate 2019 è stato la molla per il ritorno al titolo. Il play, che ha scritto la storia con il CSKA Mosca e che arrivava da due anni in NBA con la maglia dei Los Angeles Clippers, ha firmato un contratto da due anni più uno con la Virtus, per poi rinnovarlo nell’estate 2021 da fresco campione d’Italia, accordandosi con i bolognesi fino al 2023.
Per lui l’accordo parlava di poco più di cinque milioni in tre stagioni, più un premio per il ritorno (già raggiunto) in Eurolega, dunque circa 1,6 milioni all’anno.

Il che è più o meno quanto incassa l’altra delle grandi stelle della Virtus Bologna, ovvero Marco Belinelli. La guardia di San Giovanni in Persiceto, che ha indossato sia la maglia delle Vu Nere che della Fortitudo, è anche l’unico italiano ad aver mai vinto il titolo NBA (quando giocava con i San Antonio Spurs), oltre a essersi aggiudicato, a sorpresa per le scommesse NBA la gara del tiro da tre punti nel weekend dell’All-Star Game del 2014.
Per il “Beli” il ritorno in Italia nel novembre 2020 ha significato un accordo da tre stagioni e mezza, con uno stipendio complessivo da cinque milioni di euro, che terminerà nel giugno 2024.
L’ultimo dei big a essere arrivato alla Virtus è un altro azzurro, Daniel Hackett. Per lui a marzo 2022 c’è stato lo svincolo dal contratto con il CSKA Mosca in seguito alle ben note vicende di politica internazionale, seguito dal ritorno in Italia assieme al georgiano Tornik'e Shengelia.
Hackett si è pagato il buyout con 100mila dollari versati alla società moscovita e ha firmato un contratto con la Virtus Bologna fino al 2024, per una cifra che si avvicina ai 3 milioni di euro complessivi.
Per Shengelia invece l’accordo è stato a breve termine, fino a giugno 2022, e prevedeva 600mila euro per quattro mesi, una cifra che andava a coprire in pieno quanto il georgiano guadagnava al CSKA. Per lui è atteso il rinnovo, che però finora è stato rimandato per questioni burocratiche e anche per un infortunio che ha colpito il cestista.
Il contratto biennale di Nico Mannion

Impossibile poi dimenticare una stella del basket italiano come Nico Mannion. Il classe 2001, dopo una stagione in NBA con i Golden State Warriors ha accettato nell’agosto 2021 un biennale da parte della Virtus, ma nella stagione 2021/22 ha trovato poco spazio. Per lui comunque lo stipendio è da 350mila euro, in linea con l’accordo da 500mila dollari con la franchigia californiana, sempre un'opzione per i pronostici NBA che comunque mantiene i diritti su di lui in caso di ritorno negli States.
Lundberg e gli altri nuovi giocatori della Virtus
Infine, c’è da valutare la campagna acquisti per la stagione 2022/23, in cui la Virtus vuole essere protagonista tra Serie A ed Eurolega. I volti nuovi sono quelli di Iffe Lundberg, Jordan Mickey, Ismael Bako e Semi Ojeleye.

Lundberg ha firmato un contratto di quelli molto importanti, da 1,5 milioni di euro a stagione, giustificato dalle buone prestazioni al CSKA Mosca e dalla sua scelta da parte dei Phoenix Suns, diventando così il primo danese nella storia della lega nordamericana.
Per Mickey e Bako, provenienti rispettivamente dallo Zenit San Pietroburgo e dal Manresa, invece, contratto biennale di cui non sono note le cifre. Infine, intrigante la scelta di Ojeleye, che arriva in Europa dopo cinque anni di NBA, dove guadagnava circa 1,5 milioni di euro a stagione.
Insomma, gli investimenti anche pesanti la Virtus li ha fatti eccome. E i risultati, tra campionato ed Europa, si vedono…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 7 giugno 2022.