Se il calcio a 5 maschile in Italia ha sempre avuto un certo seguito, negli ultimi anni ha cominciato a farsi notare anche quello femminile, che da qualche stagione vede anche alcuni match trasmessi in TV.

Un qualcosa che ha portato a un netto aumento dell’interesse per una disciplina che ha un gran potenziale dal punto di vista del pubblico ma che vive una situazione non semplice, per quanto riguarda le possibilità che vengono offerte alle società.

Il format storico del Futsal femminile

Meglio cominciare dai numeri e raccontare il fatto che il titolo di campione d’Italia di Futsal femminile tra il 1992 e il 2011 veniva assegnato tramite una fase nazionale che raccoglieva le vincitrici dei gironi regionali. Questa fase terminava con una final eight in sede unica.

Il primo periodo del calcio a cinque femminile ha visto a lungo una predominanza delle squadre della capitale, con diversi club (tra cui la sezione della Lazio) che hanno vinto diversi titoli nel periodo in cui lo scudetto era assegnato in questa maniera.

Le categorie del calcio a 5 

La riforma che porta alla creazione del campionato di Serie A arriva nella stagione 2011/12. Il torneo a girone unico (con al di sotto la Serie A2, la B, la C e la D) finora ha visto disputarsi 12 edizioni, con otto squadre che si sono laureate campioni d’Italia.

Gli unici due club che sono riusciti a imporsi per due volte sono la Ternana e il Montesilvano, mentre vantano un titolo a testa la Pro Reggina, l’AZ Gold, la Lazio Femminile, l’Olimpus, una delle società top nel centro Italia, il Salinis e Falconara, che ha vinto, da favorite per le scommesse, lo scudetto nella stagione 2021/22.

E se non tornano i conti, beh, manca il titolo 2019/20, che non è stato assegnato dopo la sospensione dei campionati per le note vicende sanitarie che hanno colpito l’intero pianeta a inizio 2020.

Aggiungendo anche i campionati vinti prima della riforma, la società più vincente della storia del futsal femminile è la Lazio, con 5 titoli, seguita dal Real Statte con 3.

Il format utilizzato nella stagione 2022/23 prevedeva 16 squadre al via, che però sono diventate 14 per le defezioni di Bisceglie e Progetto Futsal. Le società rimanenti si sono affrontate in un girone unico con partite di andata e ritorno, per stabilire poi otto squadre che si sono qualificate ai playoff.

La post-season prevede per tutti quanti i turni (quarti di finale, semifinale e finale) scontri al meglio delle tre partite per passare il turno, con la prima partita che si gioca in casa della squadra classificata peggio, mentre gara 2 e la eventuale gara 3 le ospita il club arrivato prima in classifica. 

I club sempre presenti nella Serie A donne

Rimanendo sulla struttura attuale e andando a spulciare le statistiche, però, si nota che solo tre squadre (Kick Off, Pescara e Real Statte) hanno resistito in Serie A per tutte le stagioni disputate dal 2011. E anzi, sono tante, tantissime le società che nel corso di 12 anni hanno partecipato al massimo campionato, spesso però durando poco.

E non nel senso di non riuscire a mantenere la categoria, bensì in quello per cui in molti casi la società ha proprio cessato di esistere.

Nonostante l’interesse, infatti, sembra complicato per i club ottenere una continuità di gestione, con parecchie situazioni in cui una squadra si arrampica fino alla Serie A, magari compete per il titolo o addirittura lo vince, per poi veder scemare l’interesse di chi ha investito nella società e ritrovarsi a dover chiudere i battenti.

A conti fatti, il periodo di vita di una società può essere anche di soli due o tre anni.

Quanto guadagnano le giocatrici di calcetto

Ma quanto guadagnano le giocatrici? A questa domanda non è facile rispondere, anche perchè è necessaria una premessa importante.

La Divisione Calcio a Cinque, presieduta dal bravissimo Luca Bergamini, gestisce sia quello maschile che quello femminile, ma è tuttora sotto l’egida della Lega Nazionale Dilettanti.

Dunque, vista la situazione, non si può esattamente parlare di stipendi, bensì dei più classici rimborsi spese che vengono corrisposti ai dilettanti.

Rimborsi che ovviamente variano a seconda del livello delle calciatrici e dell’importanza che dà loro la società.

Quelle più quotate riescono ad arrivare ai massimali previsti per i dilettanti, superando i 30mila euro all’anno, chi guadagna di meno deve accontentarsi di cifre inferiori ai 10mila euro e poi chiaramente esistono le vie di mezzo.

Le straniere guadagnano più delle italiane

Rispetto agli stipendi di calcio a 5, la media stimata dagli addetti ai lavori per le calciatrici italiane è di circa 12mila euro, mentre le straniere, che arrivano da paesi in cui i contratti sono più alti, sono, sempre di media, pagate di più.

Un torneo internazionale in Asia

Come si nota dalla classifica cannonieri della stagione regolare del campionato in corso (dominata dalle brasiliane Lucileia e Renatinha, entrambe della Five Bitonto, una delle migliori realtà degli ultimi anni di futsal femminile), le straniere possono rappresentare l’ago della bilancia, il che spiega perchè le società tendono a pagarle di più rispetto alle giocatrici tricolori.

Ma anche tenendo conto di questa disparità, le cifre sono relativamente basse.

E dunque, esattamente come avveniva per gli stipendi di calcio femminile prima del passaggio al professionismo, sono poche le possibilità di guadagnare parecchio, persino per le migliori giocatrici del campionato italiano.

La divisione deve trasformarsi in Lega autonoma

Come si risolve l’impasse in cui, nonostante l’aumento dell’interesse e della popolarità della disciplina, si trova il futsal femminile? Probabilmente, lo step necessario è il distacco dalla LND e la creazione di una lega a parte, che possa aprire le porte al professionismo.

Professionismo che, chiosa qualche addetto ai lavori, non deve andare a toccare solo le calciatrici, ma anche (se non soprattutto) le figure che lavorano all’interno dei club.

Non sono infatti rari i casi in cui in una società, che magari si sta giocando la vittoria del campionato, ci sono persone che si occupano praticamente di tutto ciò che gravita attorno alla squadra, con presidenti che sono costretti a fungere anche da allenatori, dirigenti e persino magazzinieri.

La creazione di una lega a parte potrebbe anche portare a una migliore gestione del “prodotto” futsal femminile, che vada a sfruttare quanto di buono fatto dal 2011 a livello di impatto mediatico.

E chissà che a quel punto non si solidifichi per bene un movimento che, per potenziale, può rappresentare un qualcosa di molto interessante…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.