Quello dell'allenatore di una squadra di calcio è certamente un mestiere complicato. A parole, come dimostrano i 60 milioni di commissari tecnici della nazionale, sono tutti quanti bravi a far rendere una squadra e a mettere i calciatori nel ruolo giusto. La realtà è che gestire oltre venti ragazzi, sia dal punto di vista tattico che personale, non è per nulla semplice.

Lo stipendio minimo di un allenatore di Serie C

Le parole di Mister Marco Rossi

Un tecnico in C prende fino a 200K

I casi Pordenone e Pro Sesto

Le opzioni nei contratti degli allenatori

Lo stress della panchina è reale, lo ha confermato persino uno come Arrigo Sacchi, che ha vinto tutto in carriera ma che comunque ha lasciato abbastanza presto proprio per le pressioni che il mestiere comporta. Pressioni che, in ogni caso, sono ben remunerate, soprattutto se si allena ad altissimi livelli.

I tecnici di Serie A hanno stipendi che si avvicinano addirittura ai 10 milioni di euro a stagione (come nel caso di Allegri e Mourinho), ma anche quelli di serie B non se la passano malissimo. Il problema arriva quando si scende ulteriormente di categoria.

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Come è ormai noto, la Serie C, la terza divisione del calcio italiano, è l'ultima a livello professionistico e quella che presenta più problematiche dal punto di vista economico. Gli ultimi due anni, con una crisi planetaria non solo all'interno dello sport, non hanno fatto altro che esacerbare una situazione già complicata, al punto che per molti addetti ai lavori risulterebbe quasi più conveniente essere tesserati da una squadra di dilettanti, piuttosto che da un club che gioca la C.

Le tante società che non riescono a iscriversi ai campionati testimoniano delle difficoltà oggettive, che si ripercuotono anche e soprattutto sui tesserati, che si tratti dei calciatori o dello staff a disposizione. E se i calciatori hanno delle tabelle che prevedono gli stipendi minimi al di sotto dei quali non si può scendere, lo stesso vale anche per chi guida la squadra.

Lo stipendio minimo di un allenatore di Serie C

Dunque, lo stipendio minimo di un allenatore di Serie C è di 25.885 euro lordi, che al netto delle tasse diventano circa 18mila euro. È poi previsto anche un limite minimo per l’assistente dell’allenatore, che non può guadagnare meno di 14.496 euro lordi, che netti sono circa 11.500.

Non esattamente le cifre che ci si aspetta dal dorato mondo del calcio. E c’è anche da considerare che le altre tipologie di collaboratori dell’allenatore non sono regolamentate, dunque non c’è una cifra minima che preparatori atletici o dei portieri debbano ricevere. Il che, chiaramente, lascia ampia discrezioni ai club per quanto riguarda la possibilità di offrire anche accordi al ribasso, o addirittura semplici rimborsi.

Le parole di Mister Marco Rossi

C’è poi una situazione che è stata denunciata più volte, anche da parte di protagonisti del pallone.  

L’ultimo è Marco Rossi, che qualche tempo fa, in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, ha spiegato una stortura delle categorie minori: la necessità di pagare di tasca propria per allenare. Rossi, che prima di diventare CT dell’Ungheria, straordinaria sorpresa per le quote calcio di EURO2020, è stato anche allenatore nello stesso paese magiaro e in Slovacchia, ha da parecchio lasciato il calcio italiano.

Le sue prime esperienze sono state quelle al Lumezzane, alla Pro Patria e allo Spezia, per poi dirigere prima la Scafatese e poi la Cavese, prima di decidere di emigrare.

Marco Rossi con la sua Ungheria!


E da quanto ha raccontato il tecnico, se in Serie C alcune squadre non versano gli stipendi per problemi economici, ce ne sono altre che invece chiedono direttamente agli allenatori di versare in anticipo i soldi del contratto, che poi verrebbero restituiti sotto forma di stipendio.

Un modo per evitare di non risultare morosi, ma allo stesso tempo di non sborsare un euro per la guida tecnica della squadra.

Una situazione che, il CT dei magiari ha spiegato, crea parecchi problemi a molti colleghi nella categoria che non vogliono abbassarsi a tanto. Ma anche chi decide di piegarsi a questo metodo non trova certo semplice sborsare certe cifre di punto in bianco…

Un tecnico in C prende fino a 200K

Alle parole di Rossi c'è però da aggiungere anche che le situazioni dei club in serie C sono davvero variegate. Vero, ci sono società che hanno grosse difficoltà economiche, che di solito terminano con l'esclusione dal campionato per mancati pagamenti nei confronti dello staff tecnico e dei calciatori.

L'esempio più recente è quello del Catania, fallito in pieno campionato nella stagione 2021/22, e ripartito con Capitan Ciccio Lodi in Serie D ce ne sono stati altri negli ultimi tempi.

Ma in Serie C spesso e volentieri ci sono anche club e proprietà molto ambiziose, che riescono a raggiungere la categoria cadetta e in alcuni casi addirittura a fare il doppio salto. In quel caso, logico che gli stipendi degli allenatori e dello staff siano commisurati all'ambizione societaria, facendo sì che la disparità (chiaramente in proporzione!) tra chi guadagna di più e chi guadagna di meno rischi di essere addirittura più alta di quanto avviene nelle categorie superiori.

E poi c'è la situazione esoneri, che in serie C raggiunge livelli particolarmente assurdi. Basterebbe guardare al Palermo, che ha lo scorso anno ha richiamato Silvio Baldini, già tecnico rosanero quasi vent’anni fa, ma che fino alla fine della stagione 2022 doveva nel frattempo pagare lo stipendio ai suoi due predecessori, Filippi e Boscaglia.

E l’ingaggio del secondo era di circa 200mila euro fino alla fine della stagione 2021/22, ovvero quasi dieci volte di più di quanto percepisce chi è fermo al minimo previsto dalle norme.

I casi Pordenone e Pro Sesto

Non male anche la situazione del Pordenone, appena retrocesso, che ha a libro paga due allenatori. Quello attuale è Domenico Di Carlo, che dopo quasi tre anni a Vicenza è approdato in neroverde per riportare, con i favori dei pronostici relativi alle scommesse Lega Pro, subito il club in Serie B dal complicato raggruppamento A della terza serie.

Mimmo Di Carlo!

L’altro è Massimo Rastelli, chiamato in corsa ad agosto 2021 con un biennale ed esonerato dopo appena sei partite. E per fortuna del club non ci sono più gli stipendi di Bruno Tedino, non rinnovato, e di Massimo Paci, il tecnico iniziale della scorsa stagione, che ha risolto il suo accordo fino al 2023 per approdare alla Pro Vercelli.

Niente di eccezionale considerando che la Pro Sesto, ora affidata Matteo Andreoletti, nella stagione 2021/22 ha cambiato tecnico quattro volte, con Antonio Filippini, due intermezzi di Stefano Di Gioia, uno di Simone Banchieri e infine la cavalcata finale di Ettore Pasca.

E sono state tantissime le squadre che hanno inutilmente sperato che cambiare tecnico portasse frutti che non fossero soltanto un aumento delle spese del club nella spesa per il personale.

Le opzioni nei contratti degli allenatori

Queste situazioni spiegano abbastanza bene anche perché in Serie C i contratti pluriennali per gli allenatori siano una vera e propria rarità. Già è complicato per un club di Serie A avere a libro paga più di un tecnico, figurarsi per chi deve navigare nelle agitate acque della C.

Ecco come mai molti club propongono agli allenatori dei contratti con rinnovo automatico in caso di raggiungimento di determinati obiettivi, proprio per evitare che in caso di fallimento il peso economico di una scelta sbagliata si ripercuota anche sulle stagioni successive.

Dunque, la Serie C è decisamente un punto di partenza importante per chi non ha la fortuna di essere lanciato direttamente in una categoria superiore.

Ma dal punto di vista dei guadagni non è assolutamente garanzia di ingaggi faraonici. E intanto, molti preferiscono allenare all'estero

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 4 aprile 2022.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.