I numeri nel rugby indicano le posizioni
Ruoli nel rugby: in nessuno sport di squadra i ruoli in campo sono perfettamente identificati nei numeri come accade proprio nel rugby. Quando si parla di palla ovale basta prendere la lista dei giocatori dall’1 al 15 per capire esattamente chi farà cosa durante il match.
E l’identificazione tra compito e numero sulla schiena è talmente netta che c’è addirittura uno dei giocatori in campo il cui ruolo non ha un nome ben preciso, ma a cui ci si riferisce esattamente citando la cifra che porta sulla maglia.
Ruoli nel rugby
Ecco dunque la lista dei ruoli in una squadra di rugby a 15 e anche il numero (o i numeri) che corrispondono, a partire dalla formazione schierata da Gonzalo Quesada nel match dell'Italia contro il Galles, vinto da favoriti per le scommesse sportive, da parte degli Azzurri nella seconda giornata del Sei Nazioni 2025.
Gli avanti (numeri 1, 3 e 2)
Si parte dal pacchetto di mischia (più colloquialmente “gli avanti”) e dai giocatori che, come si suol dire, fanno il lavoro sporco: la prima linea. La prima linea è composta da due piloni (in inglese “prop”, numero 1 e numero 3) e da un tallonatore (“hooker”, numero 2).
Il ruolo del pilone è chiaro sin dal suo nome, essere le fondamenta del pacchetto di mischia, fare in modo che il raggruppamento non ceda e aiutare il tallonatore nell’opera di recupero del pallone.
Nella vittoria contro il Galles i due piloni titolari sono stati Danilo Fischetti (1) e Simone Ferrari (3).
Il tallonatore invece è colui che in caso di mischia avvia l’azione, perché è suo il compito di arpionare e spingere indietro (dunque, appunto, con i talloni) il pallone che viene inserito nel raggruppamento. Al tallonatore inoltre spetta quasi sempre anche il lancio del pallone in caso di touche.
Nel match dell'Olimpico il numero 2 sulla schiena ce l’ha avuto come al solito Giacomo Nicotera.
La seconda linea (numeri 4 e 5)
La seconda linea del pacchetto di mischia è invece composta da due giocatori, che indossano il numero 4 e il numero 5, che in inglese vengono detti “lock” e che in italiano invece sono semplicemente “seconda linea”. Si tratta del vero e proprio “motore” della mischia, visto che le seconde linee sono i giocatori che con la loro forza fisica spingono il raggruppamento, cercando di guadagnare campo o di respingere la mischia avversaria.
Trattandosi di giocatori spesso molto alti, sono anche gli obiettivi primari delle rimesse laterali e sono abbastanza mobili da avere compiti difensivi anche in campo aperto, dunque devono saper placcare bene.
Il 4 e il 5 all’Olimpico contro i Gallesi sono stati rispettivamente Niccolò Cannone e Federico Ruzza.
La terza linea ala (numeri 6 e 7)
La terza linea torna a vedere schierati tre giocatori, rispettivamente con addosso il numero 6, il 7 e l’8. I numeri 6 e 7 in inglese sono chiamati “flanker”, mentre in italiano sono “terza linea ala”.
I loro compiti sono molto variegati, perché quando si gioca in mischia si legano alle prime due linee e fungono da puntello laterale ai piloni, ma nel momento in cui esce il pallone sono anche i due giocatori che escono per primi dal raggruppamento per offrire opzioni offensive o, in caso di mischia avversaria, per tentare il tackle e il recupero del pallone, andando a mettere pressione sul mediano avversario impedendo uno sviluppo semplice della manovra.
I flanker azzurri nella partita con il Galles sono stati l’inesauribile Sebastian Negri (6) e capitan Michele Lamaro (7).
Il ruolo del regista nel rugby (numero 8)
E il numero 8, cosa fa? Fa…il numero 8, visto che questo è il suo nome in inglese, che in italiano viene reso con “terza linea centro”. Il numero 8 è il “regista” del pacchetto di mischia, fornendo spinta ulteriore ai compagni, organizzando la fase difensiva, ma soprattutto in fase offensiva preparando ripulendo il pallone per l’avvio dell’azione.
Vista la posizione è anche molto comune vedere il numero 8 partire con il pallone per spezzare la linea avversaria. A prendersi la prestigiosa maglia numero 8, che a lungo è appartenuta a un mito come Sergio Parisse, all’Olimpico è stato Lorenzo Cannone.
Il mediano di mischia (numero 9)
Il numero 9 e il numero 10 sono i due mediani e sono quasi sempre i giocatori chiave per lo sviluppo offensivo di una squadra. Il numero 9 è il mediano di mischia (scrum-half), che è il giocatore che inserisce il pallone nelle mischie offensive e anche quello che lo raccoglie, organizzando il gioco e passandolo al compagno che avvierà l’azione o il tempo di gioco.
Tra le abilità richieste a un buon mediano di mischia ci sono quella nel passaggio, ma anche quella di giocare calci tattici, per sorprendere gli avversari sviluppando la manovra al piede piuttosto che alla mano.
Il mediano d’apertura italiano contro il Galles è stato Martin Page-Relo, ormai nuovo proprietario fisso della numero 9.
Il mediano di apertura (numero 10)
Il numero 10 è invece il mediano di apertura (fly-half), il regista vero e proprio dei 15 in campo. È lui che riceve il pallone al termine delle mischie o delle rimesse e sta a lui organizzare il gioco, scegliendo il lato del campo su cui agire e il tipo di distribuzione necessaria.
Al mediano di apertura è richiesta parecchia visione di gioco e molto sangue freddo (è lui il primo a essere aggredito dagli avversari per la riconquista del pallone) e visto che tra le sue possibilità c’è anche quella di giocare al piede (calciando lungo, ma anche facendo drop o up-and-under) è spesso anche il calciatore designato della squadra per quanto riguarda punizioni o trasformazioni.
Il numero 10 dell’Italia è ormai da qualche anno Paolo Garbisi, uno degli Azzurri con stipendi più alti, che giocano da veri protagonisti in Francia.
La linea posteriore e i tre quarti ala (numeri 11 e 14)
La linea posteriore, che poi proprio linea non è, è composta da cinque giocatori numerati dal numero 11 al 15. Numero 11 e numero 14 sono i tre quarti ala (left e right wing), mentre numero 12 e 13 sono i tre quarti centro.
I tre quarti ala sono quasi sempre i giocatori più veloci della squadra e le loro capacità nel dribbling li rendono i veri pericoli per le difese avversarie. Se fino a qualche decennio fa la corporatura delle ali era esile (per la velocità), nel rugby moderno si trovano anche ali molto forti fisicamente, in grado di spezzare le linee avversarie con la forza quando il pallone viene distribuito all’esterno.
Contro il Galles le maglie numero 11 e 14 sono andate rispettivamente a Monty Ioane e Ange Capuozzo, che non per niente sono considerati gli spauracchi maggiori quando si affronta la squadra di Quesada
I tre quarti centro (numeri 12 e 13)
I tre quarti centro sono i giocatori che rimangono più vicini al mediano di apertura e devono essere bravi a creare spazi per i compagni e a sfruttare la profondità, garantendo buone corse e spostandosi anche perpendicolarmente sul campo per individuare i punti deboli della linea avversaria.
Nel match dell’Olimpico il 12 è andato a Tommaso Menoncello, che con il titolo di MVP dello scorso Sei Nazioni ha scritto un'altra pagina della storia dell'Italia al 6 Nazioni, mentre la 13 l’ha indossata Juan Ignacio Brex.
L'estremo o full-back nel rugby (numero 15)
Resta infine il numero 15, che nella sua “solitudine” in campo è detto “estremo” (in inglese, full-back) proprio per la sua posizione, parecchi metri dietro ai tre quarti. In fase difensiva l’estremo è il giocatore che riceve i calci e che rappresenta l’ultima linea nel caso gli avversari riescano a sfondare palla in mano.
In fase offensiva invece il numero 15 ha il compito di offrire ulteriori opzioni, spesso sovrapponendosi alle ali garantendo una superiorità numerica.
Le caratteristiche principali di un buon estremo sono il posizionamento (per non farsi prendere alla sprovvista da calci e/o rimbalzi), un’ottima presa e un piede educato, sia per calciare per risalire il campo che per avviare azioni offensive sfruttando lo sprint delle ali.
Il numero 15 azzurro contro il Galles è stato Tommaso Allan, che in nazionale lascia il suo classico 10 (è il mediano d’apertura nel suo club, il Perpignan) per fungere da estremo.
Insomma, in una squadra di rugby c’è spazio per tutte le tipologie di giocatori, ma sui numeri non si transige: dall’1 al 15, ognuno con le sue specificità!
*L'immagine di apertura dell'articolo è distribuita da Alamy.