Con una nazionale forte come quella brasiliana, succede spesso che Tite lanci qualche calciatore non proprio conosciutissimo e che il giocatore in questione si prenda la scena. Quello a cui si è abituati, però, è scoprire ragazzini dal talento precoce, che molto spesso vengono portati in Europa dai grandi club per cifre importanti, come è successo a Vinicius, a Rodrygo o allo juventino Kaio Jorge.

Il rapporto speciale con Ronaldinho

Il calcio alla várzea

Tra Portogallo e Francia

Il trasferimento di Raphinha al Leeds

L'esordio con la Seleçao

È molto più raro che la nuova stella sia un calciatore di quasi venticinque anni, che è nel Vecchio Continente da quando ne aveva diciannove e che finora era quasi passato inosservato.

Il rapporto speciale con Ronaldinho

È il caso di Raphael Dias Belloli, meglio conosciuto come Raphinha, esterno del Leeds United del Loco Bielsa. Per lui il cammino verso la fama e verso la Seleçao non è stato semplice, ma alla fine il verdeoro con papà italiano si è imposto, tanto in Premier quanto con la Canarinha. Ma del resto, se a scoprire il tuo talento è uno come Deco e se tra i tuoi amici puoi vantare un certo Ronaldinho, significa che qualcosa di eccezionale ce lo devi pur avere…

La storia calcistica di Raphinha comincia abbastanza presto, perché in Brasile di solito prima si impara a calciare un pallone e poi a leggere e a scrivere. L’infanzia del classe 1996 non è di quelle troppo semplici: lo stesso giocatore del Leeds ha raccontato le difficoltà di vivere con tutta la famiglia in spazi ristretti, viste le difficoltà economiche.

Raphinha contro i Campioni d'Europa del Chelsea!

Ma per un bambino di sette anni ci sono cose che contano di più, come la possibilità di conoscere e di frequentare un campione come Ronaldinho, amico di famiglia e adesso anche dello stesso Raphael. Non che la conoscenza con Dinho lo aiuti a fare carriera, perché entrambe le big di Porto Alegre, l’Internacional e il Gremio, lo scartano ai provini. In compenso lo sceglie l’Avai, che lo fa crescere finché non lo nota Deco.

L’ex Porto lo scopre durante la coppa giovanile di San Paolo, più che un torneo di Viareggio per tradizione e visibilità, e lo porta in Europa, al Vitoria Guimaraes. Ma di mezzo c’è un’esperienza che a Raphinha ha cambiato la vita e anche il modo di intendere il calcio.

Il calcio alla várzea

Come ha raccontato lui stesso in una lettera a The Players’ Tribune, il brasiliano ha vissuto per parecchi anni l’ambiente della várzea. Un qualcosa che per chi non vive il calcio verdeoro è difficile da spiegare.

I tornei della várzea sono competizioni aperte a tutti, in cui i giovani calciatori cercano di farsi notare. Ma viste le condizioni dei campi e il fatto che venga tutto organizzato senza fare troppo caso a dei regolamenti ben precisi, il risultato è…il Far West, come lo ha descritto proprio Raphinha.

Partite in cui si gioca senza porte, senza maglia, su terreni accidentati e con intorno tifoserie molto calde, che possono arrivare a minacciare di morte chi è in campo (che tra parentesi si trova i tifosi attaccati e senza troppe possibilità, eventualmente, di fuggire). Una situazione non proprio raccomandabile, ma che ha senza dubbio formato il brasiliano, che ha voluto sottolineare quanto giocare in un ambiente ostile sia per lui quasi l’abitudine. E dopo le strade delle favelas, persino uno stadio con 90mila tifosi avversari è quasi una passeggiata.

Tra Portogallo e Francia

L’approdo nel Vecchio Continente in Portogallo è un classico per i calciatori brasiliani e Raphinha non fa eccezione. Il Vitoria Guimaraes decide di spedirlo nella squadra B, che all’epoca gioca il campionato cadetto. Ma basta una manciata di partite per capire che il ventenne venuto da Porto Alegre può fare la differenza anche in Primeira Liga.

E infatti nelle due stagioni successive il giovane verdeoro è un titolare fisso del Vitoria, con cui fa passi da gigante. Le 18 reti in 43 partite della stagione 2017/18 gli valgono l’interesse dello Sporting Lisbona, dove incontra Bruno Fernandes, che diventa uno dei suoi migliori amici. L’esperienza nella capitale lusitana però non è eccezionale, nonostante la vittoria della coppa nazionale e della Supercoppa di Portogallo.

Meglio provare altrove, come del resto aveva fatto proprio Fernandes confrontandosi con la Serie A. La tappa successiva è la Francia, a Rennes. E nell’ottima annata dei bretoni c’è tanto di Raphinha, che si prende le prime pagine ma anche e soprattutto l’interesse di un personaggio così particolare che nella várzea ci starebbe benissimo.

Il trasferimento di Raphinha al Leeds

A ottobre 2020 infatti arriva il Leeds United di Marcelo Bielsa, che spende circa venti milioni per portarlo a Elland Road. Quello tra i due è un rapporto particolare, iniziato con... uno spavento, visto che il Loco ha ben pensato di spuntare a sorpresa durante un allenamento per conoscere meglio il nuovo arrivato. Ma tra i consigli di un genio del pallone come l’argentino e un talento innegabile, è arrivata la consacrazione.

La velocità di Raphinha!

La prima stagione in Premier League è stata ottima, oltre le previsioni delle quote Premier League riguardanti i Whites e ha permesso a Raphinha di realizzare un altro dei sogni che aveva sin da bambino: la nazionale. 

Un percorso lungo e accidentato quello verso la maglia verdeoro, che ha anche rischiato di interrompersi e di prendere tonalità…azzurre. Il doppio passaporto del brasiliano non è infatti sfuggito alla Federcalcio, che su richiesta di Mancini si è attivata per capire se Raphinha avrebbe accettato la convocazione da parte dell’Italia.

La risposta è no, perché come per tanti ragazzi cresciuti col pallone tra i piedi nelle strade delle città brasiliane, l’obiettivo è uno solo, quello di giocare nella Seleçao.

L'esordio con la Seleçao

La prima convocazione arriva nell’agosto del 2021, ma Raphinha è costretto a dire di no a Tite per non dover poi rinunciare ai successivi impegni in Inghilterra. Ma ci vuole poco a rivedersi, perché per le partite di ottobre il CT lo chiama di nuovo. Anzi, fa di più, lo schiera nel secondo tempo contro il Venezuela, col Brasile sotto uno a zero. Tempo 45 minuti e il calciatore del Leeds mette a referto due assist, per il pareggio di Marquinhos e per l’1-3 definitivo di Antony.

Raphinha con Neymar!

Abbastanza per rivederlo, sempre da subentrato, nel pareggio per 0-0 con la Colombia.

Contro l’Uruguay, invece, arriva il debutto dal primo minuto. E se non è da predestinato, poco ci manca. Raphinha segna i gol del due e del tre a zero per le scommesse live, prima di uscire tra gli applausi della Arena da Amazônia. Dunque, il Brasile ha un nuovo eroe, che non ha paura di nulla e che sogna in grande. E se Qatar 2022 dovesse essere l’ultimo mondiale per Neymar, forse Tite non dovrà angosciarsi troppo per trovargli un erede…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.