Gli ultimissimi anni di Premier League sono quelli, ovviamente, nei quali è circolato maggior denaro, in ragione dei diritti televisivi venduti in maniera sempre più onerosa ai quattro angoli del globo. Società più ricche dopo la ripartizioni dei proventi ma, non per questo, dirigenti capaci di far fruttare l'abbondante tesoretto da gestire all'interno di casse societarie sempre più pingui. Il calcio inglese, in questo senso, ha vissuto un'epoca dell'oro in campo internazionale.

L'altro lato della medaglia, tuttavia, parla di retrocessioni sempre più rovinose, devastanti da gestire l'anno successivo in Championship. Giocatori difficili da (s)vendere a causa di ingaggi troppo alti, ratei di spese pazze (operate l'anno prima) che pulsano in un campionato in cui gli stati vanno gradualmente svuotandosi, proventi infinitamente inferiori rispetto alla Premier. Abbiamo esaminato le vicende sportive del Fulham, difficilissimo risalire al primo colpo: in alcuni casi, però, addirittura il doppio salto mortale all'indietro, in terza serie (la Legue One) è in agguato...


E' il caso del Sunderland e della sua caduta nel vuoto, cominciata a partire dalla stagione 2016-2017. I Black Cats dei quali ricordiamo una straordinaria salvezza nel 2013 con Paolo Di Canio alla guida della squadra, ancora oggi, stanno facendo i conti con la stagione disastrosa agli ordini di David Moyes in Premier League, di cui sembravano, sino a quel momento, ormai essere diventati "presenza fissa". 

La rosa a disposizione del tecnico scozzese con Borini e Defoe in attacco, subito in gol nell'esordio con il City, l'estro di Januzaj sulla fascia e l'esperienza di John O'Shea in mezzo alla retroguardia sembrava meglio attrezzata rispetto a quella che aveva ottenuto una complicata salvezza, solo 12 mesi prima: i numeri, però, evidenziano, impietosi, scelte fallimentari con appena 6 vittorie in campionato e l'ultimo posto, solitario, in classifica!

La docuserie - Incredibile ciò che accadde l'anno successivo in Championship: Netflix volle sperimentare una docustory (dal titolo "Sunderland 'til I die") che documentasse l'immediato ritorno in Premier della squadra del nord inglese. Risultato? Solo 7 vittorie sul campo, un altro ultimo posto in graduatoria, nonostante i milioni di pounds garantiti dal paracadute e retrocessione immediata in League One! Metta terza serie inglese oggi alla sospensione dopo 34 giornate disputate, i biancorossi - dopo aver perso lo spareggio di Wembley della scorsa stagione contro il Charlton Athletic - gigioneggiano appena fuori dalla zona playoff in una posizione che certo non può essere considerata soddisfacente per una piazza con certi numeri ed ambizioni.

Non solo: dalle parti dello "Stadium of Light" è in atto una vera e propria contestazione. Il documentario televisivo di cui sopra si concludeva con la vendita del club da parte dello storico presidente Ellis Short a Donald Stewart. Ex ambizioso patron dell'Eastleigh di National League, il nuovo patron era sbarcato tra l'entusiasmo dei tifosi, desiderosi di un pronto rientro nel calcio di alto livello. Proprio di questi giorni, invece, la notizia relativa alla prematura volontà da parte di Stewart di passare la mano in segno di risposta alle numerose critiche avanzate da un gruppo di sostenitore.

Le accuse? Mancanza di investimenti nelle infrastrutture e di un piano a lungo termine per la squadra. Una crisi senza fine, insomma., imprevedibile anche per i maggiori esperti di quote Premier League!
 

*La foto di apertura dell'articolo è di Matt Dunham (AP Photo).

 

Stefano collabora da anni come giornalista freelance per il portale web di Eurosport Italia, per il quotidiano La Stampa e con la casa editrice NuiNui per la quale è stato coautore dei libri "I 100 momenti magici del calcio" e "I 100 momenti magici delle Olimpiadi".

E' amante delle storie, dei reportage e del giornalismo documentaristico, ma il suo "pallino" resta, su tutti, il calcio d'Oltremanica.