Un centravanti prolifico può segnare la differenza tra una grande squadra e una davvero vincente. Avere un calciatore in grado di trasformare con costanza in rete le occasioni che gli si parano davanti non è garanzia di trionfare sempre e comunque, ma di certo può aiutare.

Vale per i club (che infatti si contendono i migliori bomber a suon di decine, se non di centinaia di milioni di euro) ma anche per le nazionali. E ce ne sono due, anche importanti, che negli ultimi vent’anni stanno avendo qualche problema a trovare un centravanti che sia in grado di fare la differenza quando si arriva ai grandi tornei.

Una questione che accomuna sia l’Italia che il Brasile. Analizzando i Mondiali (ma non solo) dell’ultimo ventennio si può vedere come entrambe le selezioni abbiano subito una certa involuzione per quanto riguarda il loro numero 9.

Nel 2002 si parte dai fenomeni

Luca Toni non solo bomber

Nel 2010 nessuno risponde presente

Italia non pervenuta, ma delude anche Fred

Tra gli Azzurri solo Ciro, che scelta per Tite

Il bonus di benvenuto di 888sport

Nel 2002 si parte dai fenomeni

Si comincia dal 2002 e non si potrebbe andare meglio. Il Brasile vince da favorito per le scommesse i Mondiali, grazie al Fenomeno Ronaldo che si laurea anche capocannoniere della manifestazione con 8 reti.

Il verdeoro segna due gol in finale alla Germania, ma punisce anche Turchia, Cina, Costa Rica, Belgio e di nuovo la Turchia in semifinale, non andando a segno solamente nei quarti di finale contro l’Inghilterra.

Un meraviglioso scatto dei due campionissimi in allenamento alla Pinetina

L’Italia invece schiera Bobo Vieri, al massimo della sua forma, che segna praticamente quasi tutti i gol azzurri in Giappone e Corea del Sud. Il centravanti fa due reti all’Ecuador, una alla Croazia e una alla Corea del Sud, mancando il bersaglio solo contro il Messico (gol di Del Piero). Il Bobo nazionale non diventerà Campione del Mondo: chiude, infatti, la sua esperienza in azzurro nel 2005, con 23 reti in 49 partite.

Luca Toni non solo bomber

Nel 2006 si invertono i ruoli, perchè a vincere i Mondiali è l’Italia. Marcello Lippi, che ha dovuto rinunciare a Vieri per i suoi problemi cronici al ginocchio, schiera come centravanti titolare Luca Toni.

Toni non si sblocca fino ai quarti di finale contro l’Ucraina (segnerà due reti), mentre vanno a segno le altre prime punte in rosa: Gila, Iaquinta ed Inzaghi. Alla fine, quell’Italia vince anche senza un vero bomber, nonostante Superpippo sia quinto nella classifica di sempre della nazionale con 25 reti in azzurro. Non va benissimo anche a Toni, che si ferma ad appena 16 marcature.

E il Brasile? Anche stavolta il centravanti titolare è Ronaldo, che però non ripete il suo pazzesco mondiale 2002. Per il Fenomeno tre reti contro Giappone e Ghana, per chiudere la sua meravigliosa carriera in nazionale con 62 marcature in 98 partite.

Nel 2010 nessuno risponde presente

Nel 2010 Lippi, di nuovo alla guida della nazionale dopo averla lasciata in seguito al titolo Mondiale, si affida a due reduci di Berlino come Iaquinta, prezioso jolly offensivo e Gilardino. La spedizione azzurra in Sudafrica è un disastro e termina con appena due pareggi e una sconfitta.

I quattro gol dell’Italia portano la firma di Iaquinta, De Rossi, il primo a Cape Town, e delle riserve Di Natale e Quagliarella. Chiudono la carriera in nazionale entrambi gli attaccanti titolari, Gilardino fermandosi a 19 gol e Iaquinta con appena 6 marcature.

In quell’edizione invece il Brasile punta tutto su Luis Fabiano. O Fabuloso, all’epoca bomber del Siviglia, non fa male, chiudendo la sua prima e ultima esperienza mondiale con tre reti, due alla Costa d’Avorio nel girone e una al Cile agli ottavi, prima che i verdeoro si fermino ai quarti contro i Paesi Bassi.

Il suo ruolino con la nazionale brasiliana, tra l’altro, non è per nulla malvagio: 28 reti in appena 45 partite per il centravanti classe 1980.

Italia non pervenuta, ma delude anche Fred

Nel 2014 il Brasile gioca in casa e si presenta da grande favorito, ma ha un problema non da poco: il centravanti. Il numero 9 titolare della Seleção è infatti Fred, che nella Fluminense segna a ripetizione e che è anche stato capocannoniere della Confederations Cup 2013, ma che nella Coppa del Mondo casalinga si rivela un flop.

Per lui un solo gol, quello nel 4-1 al Camerun, e tantissime critiche, con la stampa che lo ritiene il principale responsabile del flop. E non sorprende che l’ultima partita della sua carriera da 18 reti in nazionale sia il clamoroso Mineirazo, il 7-1 subito dalla Germania in semifinale.

Fred contro la Colombia nel 2014

L’edizione 2014 è l’ultima a cui prende parte l’Italia, che schiera come centravanti titolare Mario Balotelli. SuperMario segna uno degli unici due gol azzurri a quel Mondiale, il 2-1 all’Inghilterra dopo la rete di Marchisio. Si tratta dell’ultima marcatura italiana alla Coppa del Mondo e anche della penultima in azzurro per Balo, che con la nazionale ha segnato appena 14 gol in carriera.

Tra gli Azzurri solo Ciro, che scelta per Tite

Nel 2018 e nel 2022 l’Italia non c’è, perchè si ferma ai playoff mondiali contro la Svezia e contro la Macedonia del Nord. Negli otto anni passati da Brasile 2014 i centravanti azzurri sono stati prima Graziano Pellè a Euro 2016 sotto la guida di Antonio Conte e poi Ciro Immobile quando sulla panchina della nazionale si sono seduti Gian Piero Ventura e Roberto Mancini.

Per Pellè i numeri parlano di 9 reti in 20 presenze, mentre la questione Immobile è certamente più particolare.

Re Ciro, primo marcatore seriale in campionato per le quote Serie A, ha segnato appena 15 reti in nazionale, ma è anche stato tra i protagonisti dell’Europeo 2021, in cui è andato a segno due volte, contro la Turchia e contro la Svizzera, nelle due partite da titolare all'Olimpico.

Ciro Immobile in gol ad Euro 2020!

Certo, rispetto alle cifre da record con la Lazio, il suo rendimento in azzurro non è paragonabile, il che gli ha sempre causato parecchie critiche, spesso davvero eccessive.

Anche il suo “gemello” Andrea Belotti non ha un gran rapporto con la rete con la maglia azzurra, considerando che è fermo a 12 gol. E il futuro? Con Raspadori più abile a svariare, il nome più gettonato è quello di Gianluca Scamacca, che però in una decina di presenze deve ancora trovare la prima gioia con l’Italia.

Ma il problema del numero 9 continua ad avercelo anche il Brasile. Nel 2018 il centravanti titolare della squadra di Tite è Gabriel Jesus, che però la porta non la vede mai. Anzi, a segnare è sempre il compagno di reparto Neymar, che centravanti non è ma che ha superato quasi tutti (gli manca solo Pelè) per gol in nazionale, mentre Jesus non ha ancora raggiunto la ventina.

E a dimostrazione della mancanza di un vero bomber anche in casa Brasile, in Qatar nel 2022 il centravanti è un falso nueve come Richarlison, con il solito Gabriel Jesus o Pedro che subentrano dalla panchina.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Images.

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.