Quando si parla di un’Inter vincente in Italia e in Europa, viene in mente quasi sempre un solo cognome: Moratti. Papà Angelo e suo figlio Massimo sono stati entrambi presidenti del club nerazzurro, ma soprattutto hanno segnato in tutti e due i casi la storia del club.
I trofei dell'Inter con la famiglia Moratti
Per i due c’è un totale di 23 trofei nazionali e internazionali, tra cui tutte e tre le Coppe dei Campioni (o Champions League) conquistate dall’Inter.
Ma se Massimo ha cominciato la sua avventura nel 1995 sapendo di trovarsi di fronte a 7 trofei vinti da suo padre (3 scudetti, due Coppe dei Campioni e altrettante Coppe Intercontinentali tra il 1955 e il 1968), alla fine ha avuto la meglio, visto che nei suoi 19 anni di presidenza ne ha portati a casa ben 16 (5 scudetti, 4 Coppa Italia, 4 Supercoppa, 1 Champions League, 1 Coppa Uefa, 1 Mondiale per Club).
Ma non è certo stata una passeggiata, né dal punto di vista calcistico né da quello economico.
Moratti ha speso oltre un miliardo di euro per l'Inter
Il ventennio targato Massimo Moratti (compresi i due anni dopo la cessione in cui è rimasto azionista del club) ha infatti visto un influsso molto alto di capitali nelle casse del club, che per un lungo periodo ha decisamente ottenuto meno di quanto lasciassero presagire le spese per cartellini e ingaggi dei calciatori, ma anche per i contratti degli allenatori che si sono succeduti sulla panchina nerazzurra.
Paradossalmente parlando, la spesa minore è stata quella per acquistare l’Inter, considerando che nel 1995 l’assegno versato all’allora proprietario Ernesto Pellegrini è stato di 50 miliardi delle vecchie lire. Facendo i conti in tasca all’ex numero uno interista, Moratti ha poi speso circa 1,2 miliardi di euro in 19 anni per creare la seconda Grande Inter dopo quella di papà Angelo.
Nel corso dei due decenni di presidenza, Moratti non si è mai fatto mancare i colpi a effetto sul mercato, tra acquisti che hanno sconvolto il mondo e altre scommesse calcio in termini di ingaggi, anche tra i tecnici, che non si sono rivelate buone come ci si aspettava.
Gli acquisti di Moratti: Ronaldo, Vieri ed Ibra
Se si deve pensare al movimento in entrata più importante, difficile non pensare a Ronaldo. Nel 1997 Moratti versa al Barcellona i 45 miliardi della clausola rescissoria del Fenomeno, che si presenta subito a suon di gol ed è fondamentale nella vittoria della Coppa UEFA 1998.
Purtroppo però gli infortuni non permetteranno al verdeoro di esprimersi a pieno e le…sfortune dell’Inter a cavallo del millennio lo porteranno a lasciare il club nel 2002 per trasferirsi al Real con solo quel trofeo vinto a Milano.
A fare coppia con Ronaldo per qualche anno è un altro dei grandi acquisti di Moratti, ovvero Bobo Vieri. L’Inter lo strappa alla Lazio pagandolo 90 milioni e viene decisamente ripagata: nelle sei stagioni in nerazzurro, il centravanti segna 123 gol in 190 partite, ma anche lui deve accontentarsi di una sola Coppa Italia in bacheca.
Poi arriva il 2006, quando, nell'estate di Calciopoli, Moratti porta in nerazzurro Zlatan Ibrahimovic, pagando "appena" 24 milioni. Lo svedese porta tre scudetti, ma è il suo addio, con lo scambio con Samuel Eto’o, a creare l’Inter capace di vincere il Triplete.
Tra i grandi acquisti poi non si può certo dimenticare Diego Milito, pagato 28 milioni e fondamentale nelle fortune di quella squadra così vincente.
Mou è il tecnico del Triplete di Moratti
Impossibile poi non menzionare gli allenatori dell’era Moratti, partendo da Ottavio Bianchi per finire con Walter Mazzarri. Tra quelli più apprezzati dal presidente c’è l’inglese Roy Hodgson, incaricato due volte di guidare la squadra, ma anche Luigi Simoni, protagonista della Coppa UEFA del 1998 e delle stagioni in cui l’Inter ha conteso lo scudetto alla Juventus di Lippi.
Proprio il viareggino ha una pessima esperienza in nerazzurro, prima dell’arrivo di Hector Cuper, che però non riesce a replicare a Milano i successi al Valencia.
Va molto meglio a Roberto Mancini, tre volte campione d’Italia, a cui però i trofei nazionali non bastano per tenere il posto.
Nel 2008 arriva infatti Josè Mourinho, che in capo a due stagioni vince due scudetti, ma soprattutto nel 2010 ottiene il clamoroso Triplete, riportando la Champions League ai nerazzurri dopo 45 anni.
Dopo lo Special One la lista si chiude con Rafa Benitez, Leonardo, Gian Piero Gasperini, Claudio Ranieri, Andrea Stramaccioni e, appunto, Mazzarri.
Il 2010 anno di grazia di Moratti
Il lascito più importante di Moratti è dunque il Triplete, vinto in maniera molto rocambolesca. L’Inter di Mourinho si aggiudica lo scudetto all’ultima giornata, dopo aver superato la Roma di Ranieri, prima a pochi turni dal termine.
Anche per la Coppa Italia bisogna battere i giallorossi, mentre la Champions è un affare complicato. L’Inter rischia di uscire ai gironi e passa il turno per seconda. Nella fase a eliminazione diretta batte il Chelsea, il CSKA Mosca e soprattutto il Barcellona di Guardiola, con un 3-1 casalingo e una sconfitta 1-0 con una masterclass difensiva di Mou al Camp Nou.
La finalissima è a Madrid contro il Bayern Monaco e viene risolta dai gol di Diego Milito, ma anche dalle giocate di Wesley Sneijder, altro grande acquisto di quella stagione, per permettere ai nerazzurri di diventare il primo e finora unico club italiano in grado di realizzare il tris più importante.
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