La carriera da dirigente sportivo di Giuseppe “Beppe” Marotta è parecchio lunga, considerando che è iniziata nel 1976, quando l’attuale amministratore delegato dell’Inter aveva appena 19 anni.

E nel corso di quasi mezzo secolo, Marotta è diventato un grandissimo protagonista del calcio italiano, specializzandosi in un ambito complicato come quello del calcio mercato.

Del resto, che il varesino abbia una marcia in più quando si tratta di comprare e di vendere lo si capisce già dalle prime operazioni portate a termine all’inizio della carriera.

Basta pensare che nel 1980 vola a Patti, nel messinese, per convincere a trasferirsi a Varese un promettente portiere, Michelangelo Rampulla, destinato a un’ottima carriera tra Cremonese e Juventus.

Questo ed altro è Beppe Marotta, il dirigente più scudettato della storia del calcio italiano!

Marotta inizia la sua carriera a Monza

Alla fine degli anni Ottanta passa un triennio a Monza, in cui perfeziona una cessione molto importante, quella di Pierluigi Casiraghi alla Juventus. I 6,4 miliardi di lire ricevuti dai brianzoli rendono la cessione di Casiraghi la più redditizia della storia del club, anche a distanza di 34 anni.

Negli anni Novanta, Marotta fa altre esperienze, prima al Como e poi al Ravenna. Proprio nel club romagnolo ha un’altra intuizione di quelle importanti, ottenendo dal Torino la comproprietà di un attaccante giovane ma dal potenziale enorme, Christian Vieri.

Il futuro Bobone nazionale passa in giallorosso appena una stagione, non riuscendo a evitare la retrocessione nonostante i suoi gol, per poi spiccare il volo e diventare un’icona del calcio tricolore.

I 5 anni di Beppe Marotta a Venezia

Ma a far notare a tutti la bontà del lavoro di Marotta è il quinquennio a Venezia alle dipendenze di Maurizio Zamparini. Il club lagunare nel 1998 torna in Serie A grazie all’accoppiata tra Stefan Schwoch in campo e Walter Novellino in panchina e nella stagione successiva ottiene una insperata salvezza grazie alla coppia d’attacco composta da Filippo Maniero e Alvaro Recoba, ottenuto in prestito dall’Inter.

Nel 2000 il dirigente approda all’Atalanta, appena tornata in A, che è protagonista del campionato successivo e permette al DG di cedere a peso d’oro alcuni dei calciatori della rosa. I 30 miliardi di lire per Massimo Donati e i 27 per Ivan Pelizzoli sono solo due degli incassi incredibili (per l’epoca dai nerazzurri negli anni di Marotta).

I successi della Samp di Marotta

Nel 2002 per il lombardo inizia una lunga e importante parentesi, quella a Genova, sponda Sampdoria.

I blucerchiati, appena rilevati da Riccardo Garrone, tornano immediatamente in Serie A (sempre con in panchina Novellino) e nella stagione successiva sfiorano la qualificazione alle coppe europee, obiettivo poi raggiunto nell’annata 2004/05, con la Coppa UEFA conquistata grazie al quinto posto e anche la Champions League sfiorata solo per un punto.

Nel lungo periodo passato a Marassi, soprattutto nella seconda metà del decennio, cominciano ad arrivare anche calciatori di un certo spessore o destinati a una carriera importante. È il caso di Fabio Quagliarella, acquistato in comproprietà con l’Udinese e poi ceduto un anno dopo per 7,3 milioni di euro per metà del cartellino.

Per non parlare di quando nel 2007 Marotta convince il Real Madrid, sempre tra le favorite per le scommesse sportive per una nuova Champions, a cedere in prestito con diritto di riscatto (una delle sue formule preferite) Antonio Cassano, che alla fine viene pagato appena 5,5 milioni di euro.

Uno spettacolare controllo volante del Pazzo Pazzini!

Nel gennaio 2009 poi arriva anche Giampaolo Pazzini, ottenuto con uno scambio di cartellini con la Fiorentina (a cui va Bonazzoli), che con Fantantonio forma la coppia della Samp che nella stagione 2009/10 arriva quarta in Serie A, qualificandosi per la Champions League. 

L'era Marotta e le vittorie in bianconero

Subito dopo quell’impresa, però, Marotta rassegna le dimissioni e nel giugno 2010 diventa il nuovo direttore generale della Juventus. La Signora ha bisogno di una scossa negli anni non semplici del post-Calciopoli e il dirigente lombardo è la persona giusta. Il primo grande colpo è il ritorno in Italia di Andrea Barzagli, che viene pagato appena 300mila euro al Wolfsburg e che sarà una delle colonne bianconere del decennio successivo.

Per non parlare del fatto che nel 2011 arrivano alla Continassa Andrea Pirlo (a parametro zero) e Arturo Vidal (12 milioni), grandi protagonisti assieme ad Antonio Conte del ritorno alla vittoria del tricolore dei bianconeri. Ed è solo l’inizio, visto che gli scudetti firmati dal classe 1957 saranno ben sette.

Nel 2012 Marotta acquista a parametro zero Paul Pogba dal Manchester United. Lo rivenderà quattro anni più tardi, sempre ai Red Devils, per 105 milioni di euro, all’epoca la cessione più redditizia della storia della Serie A.

Tevez straordinario riferimento offensivo anche in bianconero

Nel 2013 approda in bianconero Carlo Tevez (9 milioni più bonus), mentre l’anno successivo l’acquisto di grido è Alvaro Morata (20 milioni, con recompra a 30 per il Real).

Nel 2015 diventano juventini Paulo Dybala (40 milioni) e Mario Mandzukic (19 milioni) e la Signora ne guadagna 40 dalla cessione di Vidal, mentre nel 2016 i soldi incassati per Pogba e per la recompra di Morata sono spesi per Gonzalo Higuain (90 milioni) e Miralem Pjanic (32 milioni).

Nel 2017 la Juventus acquista tra gli altri Federico Bernardeschi (40 milioni) e Wojciech Szczesny (15 milioni), incassandone 42 per la cessione di Bonucci. L’ultimo grande acquisto dell’era Marotta (ma orchestrato da Fabio Paratici) è Cristiano Ronaldo, arrivato in Italia per 117 milioni di euro nell’estate 2018, poco prima dell’addio alla Juventus del DG nell’autunno 2018.

Marotta amministratore delegato dell’Inter

Tempo qualche settimana e Marotta diventa amministratore delegato dell’Inter e nell’estate 2019 si vede subito la sua mano sulla rosa nerazzurra. A Milano arrivano Antonio Conte, Nicolò Barella (costato un totale di 45 milioni di euro) e soprattutto Romelu Lukaku, pagato 74 milioni al Manchester United.

I nerazzurri arrivano quarti e nell’estate successiva fanno all-in, anche grazie ai 50 milioni di euro incassati dalla cessione di Mauro Icardi al Paris Saint-Germain. A disposizione di Conte arriva Achraf Hakimi (pagato 40 milioni), fondamentale nella stagione in cui l’Inter torna a vincere lo Scudetto dopo più di 10 anni.

Nell’estate 2021, per questioni di bilancio, i nerazzurri sono costretti a cedere i due protagonisti del tricolore, ma Marotta fa di necessità virtù e incassa oltre 170 milioni di euro, di cui 115 per Lukaku, finito al Chelsea, battendo il suo record di miglior cessione italiana già detenuto con Pogba.

Nel contempo vengono acquistati, tra gli altri, Denzel Dumfries (12 milioni) e uno svincolato di lusso come Hakan Calhanoglu.

Onana in finale di Champions!

Nella stagione 2022/23, terminata con l’Inter in finale di Champions League, arrivano (a zero anche loro) Henrikh Mkhitaryan e Andrè Onana.

Il portiere viene ceduto per 55 milioni al Manchester United e nel 2023 viene sostituito dallo svizzero Yann Sommer, una delle stelle del mercato nerazzurro assieme a Marcus Thuram (svincolato), Benjamin Pavard (30 milioni) e Davide Frattesi (costato un totale di 38 milioni): così arriva la seconda stella nerazzurra!

Insomma, se c’è da comprare o da vendere bene, Marotta è l’uomo giusto. Così come lo è per vincere…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 20 settembre 2023.

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.