Che il Barcellona sia una squadra in difficoltà, non ci sono dubbi. Nelle ultime stagioni i blaugrana hanno subito un vero e proprio crollo verticale, che li ha trasformati da corazzata imbattibile a club sempre da prendere con le molle, ma con cui si può vincere eccome.

Il portiere del Barça

La difesa blaugrana

Il centrocampo catalano

Il tridente del Barcellona

Il ritorno di Xavi

Come è potuto accadere? Facile puntare il dito sull’addio di Messi, ma la realtà è che anche con la Pulce il Barça ha fatto le sue belle figuracce, soprattutto in Champions League. E quindi è giusto chiedersi da quando i blaugrana hanno cominciato a perdere quell’aura di potenza che li ha circondati per oltre un decennio. 

Uno spartiacque forse è facilmente individuabile: il secondo Triplete, quello con Luis Enrique in panchina. Dopo il trionfo contro la Juventus nella finalissima della Champions 2015, è cambiato qualcosa nel modus operandi del Barcellona. Si è cominciato a comprare campioni (o presunti tali) invece di produrli in casa come nel decennio precedente.

Il risultato è stato duplice. Da una parte i calciatori acquistati non hanno reso come dovevano, andando nel contempo ad appesantire il monte ingaggi e soprattutto a creare un buco nelle casse del club. Dall’altra la cantera, la fabbrica di campioncini pronti a entrare in prima squadra, ha smesso di produrre talenti, visto che i giovani si vedevano comunque scavalcati nelle gerarchie da altri calciatori.

Xavi con la Champions!

E per un’analisi più profonda, meglio vedere come è cambiato il Barça ruolo per ruolo, o almeno reparto per reparto, dai tempi di Guardiola a quelli, non lunghissimi, di Koeman. Solo così si può comprendere cosa è andato storto negli ultimi anni…

Il portiere del Barça

L’unico ruolo in cui certamente il Barça non si è indebolito è quello del portiere. Nel 2009 tra i pali c’era Vitor Valdes, che per molti era il punto debole della squadra pigliatutto di Guardiola.

Quando poi è arrivato al Camp Nou Claudio Bravo, ma soprattutto Ter Stegen, già presente e titolare nella Champions vinta del 2015, è stato subito ovvio che rispetto al catalano era stato fatto un gran passo avanti.

La difesa blaugrana

Non si può dire lo stesso per quanto riguarda il terzino destro. Dani Alves è stato assoluto protagonista di entrambi i Triplete conquistati da favoriti per le scommesse e da quando se n’è andato il brasiliano, la fascia destra del Barça è stata più una croce che una delizia. Al suo posto sono passati Aleix Vidal e Nelson Semedo e il fatto che molti tecnici da quella parte di campo abbiano dovuto mettere un tuttofare come Sergi Roberto la dice assai lunga.

Ora c’è Sergino Dest, grandissimo talento con parecchi margini di miglioramento, ma comunque acerbo e forse non pronto a sopportare la pressione che comporta essere un calciatore del Barcellona.

A sinistra invece i catalani pagano… il peso degli anni. Da quelle parti nel Barça versione 2009 c’era Abidal, che quando ha lasciato la fascia mancina ha trovato un degnissimo erede: Jordi Alba, campione di tutto con la Spagna e in blaugrana. Il terzino è uno dei pochi reduci di quel periodo, ma ovviamente le primavere che passano si fanno sentire.

E tutti quelli che negli anni sono arrivati per fargli da spalla e un giorno prenderne il posto (Digne, Junior Firpo e Cucurella) non sono riusciti a tenere testa allo spagnolo. Che quindi resta il titolare come nel 2015, ma..con sei anni in più.

Stesso discorso per il capitano, Gerard Piquè, uno dei due rimasti del Barça 2009 di Guardiola. Peccato che all’epoca il catalano avesse accanto prima un certo Puyol e poi Mascherano. Dopo di loro, al centro della difesa c’è stato il vuoto.

Il Barça ha comprato centrali su centrali, pagandoli tantissimo: Umtiti, Lenglet, Yerry Mina, Todibo, tutti calciatori che hanno deluso o hanno già lasciato il Camp Nou. Gli unici che finora hanno rispettato le attese sono Araujo ed Eric Garcia. Ma il catalano doveva essere l’erede di Piquè, non certo giocarci in coppia visto che il collega uruguaiano è infortunato ma degli altri non ci si può fidare…

Il centrocampo catalano

Altro punto fermo da ormai dodici anni è Sergio Busquets. Il centrocampista è sempre il metronomo della squadra, ma anche per lui la carta di identità comincia a essere pressante.

Sergio Busquets

E anche in quel ruolo, quello del calciatore davanti alla difesa, sono stati spesi parecchi soldi, senza però riuscire a trovare un degno sostituto. Basterebbe pensare a Paulinho, pagato a peso d’oro per riportarlo in Europa dalla Cina. O Vidal, che è arrivato dal Bayern ma non ha mai fatto la differenza. E, inutile nascondersi, il vero buco nero del Barça si è aperto proprio a centrocampo.

Come si sostituiscono il nuovo allenatore Xavi e Iniesta? Con somma difficoltà, come spiega la storia recente dei blaugrana. Al posto dell’Illusionista c’è Frankie de Jong, uno dei pochi acquisti non totalmente sbagliati degli ultimi anni, che ha preso il testimone da un altro protagonista come Rakitic.

Ma persino il tulipano non è ancora ai livelli del Cavaliere Pallido. E che dire del vuoto lasciato da Xavi? Il Barça ha provato a riempirlo con tanti nomi, come Andrè Gomes, Arthur, Pjanic, sempre fallendo miseramente. Le due speranze al momento attuale si chiamano Gavi e Pedri, due ragazzini (un canterano e l’altro preso dal Las Palmas) che in un Barcellona in crisi si sono presi i riflettori. Qualcuno li chiama già la nuova coppia dei sogni. Ma per diventare Xavi e Iniesta, la strada è ancora lunga.

Il tridente del Barcellona

E poi l’attacco. Beh, qui ci sarebbe da scrivere un libro. Messi-Henry-Eto’o e Messi-Suarez-Neymar: fare meglio dei tridenti dei due Triplete è oggettivamente difficile, ma lo era anche non azzeccare neanche una scelta negli ultimi anni. La lista di delusioni è infinita e costosissima.

Si può iniziare da Coutinho, arrivato per rimpiazzare O Ney e pagato quasi quanto lui, un flop clamoroso. Non è andata meglio a Griezmann, corteggiato per una vita, acquistato tra le polemiche e poi rispedito all’Atletico per meno della metà di quanto speso. Destino simile per Arda Turan, portato via ai Colchoneros quasi con la forza e finito subito nel dimenticatoio.

E ancora Alcacer, sparito dai radar, Dembelè, un mistero tanto glorioso quanto costoso, Malcom, strappato sull’aereo alla Roma e ceduto dopo appena una stagione, Trincao, nuova stella portoghese già spedita ai Wolves…

L’attacco attuale, dopo l’addio di Messi, è un gruppo stranissimo. C’è Aguero, arrivato per giocare con la Pulce e già rimasto solo. C’è Braitwhaite, che comunque il suo l’ha sempre fatto. C’è Depay, che al momento attuale, anche per le quote calcio oggi sui marcatori, è la stella del reparto, ma che però deve combattere contro la pesantissima ombra di Suarez, lasciato andare quando ancora poteva dare molto alla squadra.

E ancora Luuk de Jong, preso in prestito perché serviva una punta di riserva. Per finire con l’altra grande speranza, Ansu Fati. Al ragazzino dai piedi d’oro è stata data un’eredità molto complicata, quella di Messi. E la speranza è che le sue spalle siano più forti di quel ginocchio che, per un ragazzo di neanche vent’anni, lo ha fatto già penare troppo.

Ansu Fati

 

Il ritorno di Xavi

Ma non si può non chiudere con altre due valutazioni. La prima è sulla società, gestita in maniera non ottimale da Bartomeu, che ha vinto, ma che ha pagato con gli interessi la crisi (inattesa, vero, ma comunque devastante) di liquidità che ha seguito questo momento storico.

Il ritorno di Xavi!

Laporta, rieletto dopo i mandati di oltre dieci anni fa, si è trovato davanti un buco che ha potuto evitare si allargasse solo con cessioni eccellenti. E ora dovrà fare di necessità virtù. La seconda, beh, è su chi siede in panchina, risolta con il ritorno di Xavi, per quanto possa essere stato ingeneroso puntare il dito contro Koeman.

Ma se guardando indietro spuntano i volti di Guardiola e Luis Enrique, logico che il confronto non reggesse. Così come per praticamente tutto il resto della squadra…
 

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

 

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.