“Come un padre”: questo è il titolo del documentario presente su Amazon Prime che ripercorre la vita e la carriera calcistica di Carlo Mazzone. E non si potevano utilizzare parole più azzeccate.

Sia perchè, a sentire tutti quanti quelli che sono stati allenati da lui, il tecnico romano ha sempre trattato i calciatori come un genitore, severo quando serviva, ma anche amorevole e in grado di sdrammatizzare persino i momenti peggiori con una delle sue classiche battute di spirito.

Lo straordinario record di Mazzone

Il tecnico tra Cagliari e Roma

Lo straordinario finale di carriera del Sor Magara

I Campioni cresciuti da Carlo

La gestione perfetta di Baggio e Signori

Lo straordinario record di Mazzone

Ma anche e soprattutto perchè in fondo il “Sor Magara” è davvero il papà putativo di tutti gli allenatori italiani. E non solo per l’età, perchè a favore di Mazzone parlano i numeri. Che dicono che nessuno come lui ha allenato nella massima serie tricolore: con 792 partite ufficiali, più cinque spareggi, il tecnico romano è il primatista di panchine del campionato di Serie A.

Logico dunque che sia stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano e che si guardi a lui come a un maestro.

Per Mazzone, nato e cresciuto nella sua Roma con cui ha anche esordito in A, la carriera da calciatore è indissolubilmente legata all’Ascoli. Quando poi gli infortuni lo hanno costretto a smettere ancora molto giovane, il Sor Carletto ha cominciato con le giovanili bianconere a capire che il suo futuro poteva essere la panchina. A dargli fiducia è un’altra leggenda del calcio italiano che fu, ovvero il presidentissimo Costantino Rozzi.

Mazzone porta l’Ascoli dalla C alla A, ottenendo anche una buona salvezza. Lo step successivo è la Fiorentina, che Mazzone trascina al terzo posto nella stagione 1976/77. Poi una nuova sfida, il Catanzaro, allenato in due stagioni in cui guida anche un altro calciatore destinato a diventare un collega famoso, Claudio Ranieri, prima di tornare all’Ascoli e di portare i bianconeri a un clamoroso sesto posto nel 1982.

Il tecnico tra Cagliari e Roma

A metà anni Ottanta Mazzone è già un veterano e si rimette in gioco in Serie B, prima con il Bologna e poi con il Lecce, guidato per oltre tre stagioni e portato in A. Dopo una breve esperienza a Pescara, arriva il Cagliari, portato alla qualificazione alle coppe europee, e poi la chiamata della “sua” Roma.

Mazzone alla guida dei giallorossi resta tre anni, non certamente memorabili per la classifica ma resi indelebili nel cuore dei tifosi dal celebre derby vinto per 3-0 e terminato con una corsa sotto la Curva Sud. Al termine dell’esperienza a Trigoria Sor Carletto torna a Cagliari, non riuscendo però a salvare il Casteddu dalla retrocessione e poi viene esonerato a Napoli.

Lo straordinario finale di carriera del Sor Magara

Inizia così l’ultima fase della carriera da allenatore di Mazzone, che nel 1998 si prende carico del Bologna, con cui vince l’Intertoto e fa benissimo in Coppa UEFA. Poi passa al Perugia, la squadra che nella primavera del 2000 ribalta la Serie A battendo, incredibilmente per il live scommesse, la Juventus sul proprio campo e regalando il titolo alla Lazio.

Pochi mesi più tardi Carletto è a Brescia, dove passa tre stagioni splendide, attorniato da campioni vecchi e futuri, passando alla storia per un’altra corsa a perdifiato, quella sotto la curva dell’Atalanta dopo l’insperato pareggio in un derby e in seguito alle offese ricevute dai tifosi di casa.

Poi il ritorno al Bologna e il canto del cigno a Livorno, che conclude la carriera di Mazzone nella maniera migliore: sesto posto (seppure dopo Calciopoli) e storica qualificazione UEFA per i labronici.

I Campioni cresciuti da Carlo

Insomma, Mazzone è un mito un po’ ovunque, avendo lasciato sempre un ricordo molto positivo nel cuore delle tifoserie per il suo essere sempre molto sincero, nel bene e nel male. E sono tantissimi i campioni che nel corso degli anni hanno avuto Sor Carletto come allenatore: alcuni li ha lanciati, altri li ha gestiti nel momento discendente della carriera.

Della prima categoria fanno certamente parte alcuni dei giocatori che hanno conquistato la Coppa del Mondo 2006. A partire da Francesco Totti, cresciuto proprio come un figlio negli anni in cui il Pupone si affacciava definitivamente al calcio che conta, protetto dalle attenzioni della stampa ma sempre tenuto con i piedi per terra.

Tre giallorossi in Nazionale

A Perugia Mazzone conta parecchio su Marco Materazzi, che si affermerà poi con l’Inter. E a Brescia decide che Andrea Pirlo, piuttosto che fare il trequartista, potrebbe stare meglio davanti alla difesa a gestire il gioco. Intuizione che fa decisamente la storia del calcio italiano…

La gestione perfetta di Baggio e Signori

A proposito di Brescia, impossibile dimenticare che in quell’esperienza Mazzone si ritrova a lavorare con Roberto Baggio. Il Divin Codino è negli ultimi anni della sua incredibile carriera e Sor Carletto lo gestisce alla perfezione, costruendo attorno a lui una squadra che comunque ha anche altre individualità importanti, come Luca Toni e Dario Hübner: sotto la sua guida tutti marcatori straordinari per le scommesse sportive!

Baggio, il Campione di tutti!

Per non parlare di Pep Guardiola, che sviluppa con Mazzone un rapporto umano incredibile, al punto che il catalano lo inviterà personalmente alla finale di Champions che il suo Barcellona gioca a Roma nel 2009.

E anche a Bologna trova un campione da rilanciare, Beppe Signori, che anche grazie a Mazzone inizia una seconda parte di carriera molto positiva dopo un paio di stagioni complicate. Insomma, difficile dare torto a chi definisce il Sor Carletto come un padre. Del resto, il tecnico è nato il 19 marzo, no?

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.