Sabato 11 gennaio alle 20.45, Inter e Atalanta si affronteranno per la diciannovesima giornata di Serie A: abbiamo parlato, in esclusiva, con Cesare Barbieri, giornalista di Infront Sport Media e telecronista della Serie A TIM, della storia di questa sfida tutta lombarda, con i protagonisti del passato e le quote per scommesse calcio di 888sport.

 

Inter Atalanta è una lunga storia in nerazzurro. Secondo te ci sono analogie tra le due squadre, tifoserie, accomunate dagli stessi colori?

“Analogie particolari tra le due società non ci sono, a parer mio: l’Inter, unitamente alla Juve e al Milan, ha scritto la storia del calcio italiano; l’Atalanta, invece, ha scritto quella del settore giovanile, perché ha sfornato molti talenti arrivati poi ai massimi livelli.

Tra l’altro, l’Atalanta ha ottenuto il successo più importante della sua storia, la vittoria della Coppa Italia nel 1963, proprio a San Siro, superando per 3-1 il Torino con una tripletta di Domenghini, che è poi diventato una colonna dell’Inter”.

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Maschio, Domenghini, Ganz e, ultimo, Gagliardini, sono solo alcuni dei giocatori che hanno indossato entrambe le maglie. Di chi di loro si ricorda particolarmente? 
“Di certo, è più facile ricordare Ganz e Gagliardini, perché il primo ha ha smesso di giocare non da molti anni e l’altro è tutt’ora in forza alla formazione di Conte. Angelo Domenghini non ha vinto solo con l’Inter, ma ha conquistato uno storico scudetto con il Cagliari e ha fatto gol con la maglia dell’Italia ai Mondiali del 1970.

Forse i più giovani non si ricordano di lui, ma era un’ala destra veloce e tecnica, che vedeva la porta. L’unico suo difetto (se così si può definire) era il carattere  particolarmente chiuso; ma è stato un ottimo giocatore”.

Atalanta storica fucina di talenti, Inter spesso dominatrice del mercato internazionale: tutta qui la differenza di filosofia tra le due squadre?
“Più che da una questione di filosofia, questa differenza è dettata dal diverso blasone delle due squadre. L’Atalanta è stata straordinaria, in tutti questi anni, nel sapersi reggere sulle cessioni dei talenti cresciuti in casa, nel proprio settore giovanile: quindi faccio i miei complimenti ai vari dirigenti, da Bortolotti a Ruggeri e Percassi, che sono stati bravissimi a credere nei giovani italiani.

L’Inter, così come la Juventus e il Milan, ovviamente non si accontenta di pescare in Italia: visti gli obiettivi di una delle grandi del nostro calcio, è sempre andata a cercare i migliori anche al di fuori dei confini nazionali”.

Quella tra Inter e Atalanta è una rivalità sentita o piuttosto un'amicizia?
“Non mi sembra ci siano particolari affetti tra le due tifoserie, solo i colori uniscono i due club. I tifosi più caldi potranno pensarla diversamente da me, ma credo che simpatizzare per l’Atalanta non venga particolarmente difficile a chi ama questo sport, perché è una squadra che, proprio per la sua filosofia, ti avvicina al calcio.

L’Atalanta sembra quasi regalare un sogno a tutti i giovani che amano giocare a calcio: arrivi a Bergamo e, se sei bravo, la società ti da l’opportunità di esordire in Serie B o in Serie A”.

Quali sfide tra Inter e Atalanta ricordi particolarmente nel passato? 
“Due sono le partite a San Siro che ricordo in particolare: la prima la vinse nel 1993-94 l’Atalanta 2-1 con rete decisiva di Magoni all’87. Oscar Magoni, fratello di Lara e Paola, entrambe grandissime sciatrici, entrò in area di rigore solo davanti a Zenga e fece gol.

L’altra è un 4-0 per l’Inter nella stagione 1997-98: nel primo tempo, terminato 0-0, Ronaldo fece impazzire la retroguardia atalantina e nella ripresa lasciò gli avversari in 9, prendendosi il gusto di far prendere due cartellini rossi a Rustico e Dundjerski. Ricordo chiaramente l’ultimo gol dell’Inter segnato da Cauet a due minuti dalla fine su calcio di punizione a giro dalla sinistra”.

Quanto manca all'Atalanta per essere una squadra da scudetto? 
“Essere da scudetto in Italia, con una Juventus del genere, non è certamente facile per nessuno: non solo per l’Atalanta, ma anche per l’Inter. Ai bergamaschi serve molta più convinzione per ambire al titolo, perché ancora lasciano troppi punti per strada in qualche partita non difficilissima: già essere arrivati terzi lo scorso anno (e quarti due anni prima) è un risultato straordinario”.

La quota per lo scudetto dell’Atalanta, sulle nostre scommesse sportive, è @51.00, contro il @2.75 dell’Inter. 

Infine, qual è il suo pronostico per Inter-Atalanta di sabato? 
“Il mio è un pronostico veramente aperto perché reputo l’Atalanta la squadra più difficile da incontrare. La squadra di Gasperini gioca su un ritmo che in Italia non tiene nessuno, corre per 90 minuti e ha giocatori di grandissima tecnica. Ilicic è straordinario: fino ad ora, non aveva mai espresso tutto il suo talento, lasciandolo intravedere solamente a sprazzi a Palermo, mentre a Firenze  era apparso pigro.

La difesa orobica è solida. L’Atalanta non ti lascia ragionare: ti porta via la palla di piedi senza che tu abbia il tempo di capire come abbia fatto! Anche se la Juventus è la squadra più forte del campionato, l’Inter gioca su ritmi completamente diversi rispetto a quelli dell’anno scorso: è una squadra più forte, più coesa. Sabato sera mi aspetto una bella partita”.

Per le nostre scommesse Serie A, l’Inter è favorita @2.05, con il pareggio @3.85 e il successo dell’Atalanta @3.35.
 

*La foto di apertura è di Luca Bruno (AP Photo).

 

Scrittore e giornalista freelance, collabora regolarmente con il Corriere della Sera, con La Gazzetta dello Sport, con Extra Time, Rivista Undici, Guerin Sportivo e con varie testate internazionali come Four Four Two, Panenka e Tribal Football. Scrive per B-Magazine, la rivista ufficiale della Lega Serie B.