Tante trasferte scomode ogni stagione. Problemi logistici per i tifosi. Ma anche un’atmosfera che pochi possono sognare. E un senso di appartenenza che difficilmente ha rivali. Quando la loro casa è su un’isola, le squadre hanno un qualcosa di speciale.

Magari non quelle inglesi o irlandesi, visto che su un’isola ci vivono tutti gli abitanti. Ma quando ci sono nazioni con piccole e grandi realtà insulari, è sempre interessante vedere cosa combinano quelli che, per utilizzare un termine tipico, devono viaggiare verso “il continente” per affrontare la maggior parte delle avversarie.


Sardegna e Sicilia - In Serie A, al momento, di isolana c’è solo il Cagliari di Maran. E nonostante un momento non proprio entusiasmante, la squadra di Nainggolan e soci sta decisamente tenendo alto l’onore della Sardegna con alcuni risultati imprevedibili per le scommesse calcio come il 5-2 rifilato alla Fiorentina, rendendo orgogliosa un’isola che non ha mai avuto un’altra compagine in grado di arrampicarsi nelle serie superiori.

Al massimo c’è stata la storica Torres, che ha lanciato Gianfranco Zola, ma che non è mai riuscita a superare lo scoglio della Serie C. Per il Cagliari, invece, ben 40 campionati di A, una meravigliosa semifinale di Coppa UEFA (nella stagione 1993/94) e soprattutto uno scudetto, quello della stagione 1969/70, l’unico conquistato da una squadra isolana nella storia del calcio italiano.


Le altre classiche isolane di Serie A sono le squadre siciliane. E nonostante ora nessuna sia nella massima divisione, nel corso degli anni molte si sono fatte onore. Quella più abituata a vedersela con le grandi è il Palermo, con ben 29 stagioni in A e qualche qualificazione alla Coppa UEFA e all’Europa League, oltre a tre finali perse di Coppa Italia, l'ultima all'Olimpico contro l'Inter.

Per 17 volte si è invece presentato ai nastri di partenza il Catania, capace di 8 partecipazioni consecutive tra il 2006/07 e il 2013/14. L’altra siciliana di A è il Messina, che ha giocato nella massima serie per cinque stagioni, due negli anni Sessanta e per altre tre tra il 2004 e il 2007. Anche in B, però, la Sicilia ha saputo dire la sua. Oltre alle tre squadre già menzionate, hanno conosciuto la cadetteria il Siracusa, il Trapani (attualmente in B), l’Acireale e il Licata.


Isole... spagnole - Anche altrove le isole sanno farsi rispettare e prendere spesso parte alla massima serie nazionale. È il caso della Spagna, dove le Baleari e le Canarie hanno regalato belle storie di calcio. È il caso del Maiorca, che si è giocato contro la Lazio l’ultima finale della storia della Coppa delle Coppe. Per i rossoneri 28 stagioni nella Liga, compresa quella attuale, con in bacheca una coppa di Spagna e una Supercoppa spagnola.

Stankovic in azione nell'ultima finale di Coppa delle Coppe!

A proposito di Lazio, sempre contro i biancocelesti c’è stato un incrocio storico in Coppa UEFA per il Tenerife, con la squadra capitolina che viene addirittura eliminata dalla squadra delle Canarie, che vanta 13 partecipazioni al massimo campionato.

La squadra isolana più abituata alla Liga è però quella che non ti aspetti: il Las Palmas, con ben 34 partecipazioni, comprese quelle degli anni Sessanta quando per poco i gialloblù non portavano il titolo nazionale a Gran Canaria. Tra le altre, di tradizione minore, impossibile non nominare l’Ibiza, che ha regalato le ultime presenze alla carriera di Marco Borriello.

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Portogallo, Francia e Grecia - La prima divisione più isolana d’Europa è quindi la Primeira Liga, considerando che ci sono ben due squadre che non provengono dal Portogallo continentale. Dalle lontane Azzorre, dal bel mezzo dell’Atlantico, arriva il Santa Clara, unica squadra nella storia dell’arcipelago ad aver preso parte al massimo campionato nazionale, con 5 partecipazioni.

Va meglio all’isola di Madeira, che oltre ad aver dato i natali a un certo Cristiano Ronaldo può schierare ben due squadre capaci di raggiungere la prima divisione. In questa edizione la distinzione tocca al Marítimo, che può anche vantare ben 40 presenze in Primeira Liga, la prima alle spalle delle grandi classiche del calcio portoghese. È invece retrocesso nella scorsa edizione il Nacional, la squadra che ha lanciato CR7, e che ha giocato nella massima serie per 19 stagioni.

E se l’Italia ha la Sardegna, alla Francia non possono mancare le squadre della Corsica, anche se nessuna rappresenta l’isola di Napoleone nella Ligue 1. Chi lo ha fatto più spesso è il Bastia, che vanta 34 partecipazioni al massimo campionato transalpino. Ad Ajaccio invece ci sono ben due compagini capaci di arrampicarsi fino ad affrontare le big del continente. La squadra storica della città è l’AC Ajaccio, con 13 presenze in Ligue 1.

L’ultima però a riuscire nell’impresa è il Gazélec Ajaccio, che ora milita nella terza divisione ma che nel 2015/16 ha giocato con i grandi e si è anche tolto la soddisfazione di vincere due volte il derby corso con il Bastia.

Impossibile dimenticare anche la Grecia, che di isole ne ha parecchie. Non sono tantissime le squadre capaci di raggiungere la prima divisione, ma tra quelle quasi sempre presenti nella Souper Ligka Ellada c’è l’OFI Creta, che per un periodo è stato allenato da Ringhio Gattuso.

Per la  squadra bianconera ben 41 presenze nel massimo campionato. Sempre da Creta arriva l’Ergotelīs, rivale storico dell’OFI, ma che vanta solamente 9 partecipazioni alla massima serie. E persino Corfù ha conosciuto il top del calcio greco per tre stagioni grazie al Kerkyra.

Insomma, non è necessario essere “in continente” per diventare grandi e fare sognare i tifosi. In fondo, il Cagliari insegna. In questa stagione e…in generale.

*La foto di apertura dell'articolo è di Antonio Calanni (AP Photo); la seconda di Adam Butler (AP Photo).

 

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.