A inizio anno si pensava potesse essere nato un nuovo Leicester City, una favola su cui speculare fiumi di parole retoriche. Che beninteso, sono anche l'essenza delle belle storie di sport, inutile nascondere ciò da cui ci si vuole fare emozionare. Il fatto è che il piccolo club lusitano del Famalicão, nulla centra con tutto ciò.

E quel che si era "subodorato" qualche tempo fa, si sta puntualmente verificando: a fronte di una partenza sorprendente da neopromossa (dopo un'assenza dalla Primeira Liga che perdurava dalla stagione 1993-94), fatta di sei vittorie e un pareggio nelle prime sette giornate di campionato, ecco puntualmente verificarsi il crollo, coinciso lo scorso weekend con lo 0-7 interno (!) patito dal Vitória Guimarães, di seguito le immagini.

 

Risultati sempre meno lusinghieri, che hanno portato la squadra biancoblù (che nel frattempo è uscita dalla semifinale di Coppa di Portogallo contro il Benfica) ad abbandonare inizialmente il primato di graduatoria, poi la zona Champions e, da qualche tempo la zona Europa in generale.

Un calo di rendimento che, in sé, per una neopromossa può anche essere considerato "fisiologico". Il punto è che il Famalicão non era una favola prima e, oggi, non è nemmeno una formazione che rischia di sprofondare nelle sabbie mobili. Bensì, semplicemente, un prodotto della nuova economia del calcio che oggi, in sostanza, vuole evitare di continuare a dare nell'occhio dopo aver acceso su di sé i riflettori nazionali e internazionali.

La vera storia - La storia non parla di una  comunità (Vila Nova de Famalicão) di 127mila abitanti nel nord del Paese (siamo dalle parti di Braga) risalita alla ribalta a braccetto con la squadra.

In realtà c'è scollamento tra le due realtà: il Famalicão ha cominciato, infatti, da quando - da un paio di anni a questa parti, è diventato un "deposito calciatori" di Jorge Mendes (il procuratore calcistico più potente al mondo). Il quale, da tempo, era alla ricerca di un club tra i big del calcio europeo per entrare nei suoi asset societari in tutto e per tutto e incrementare il suo volume d'affari nella turnazione dei giocatori controllati.

Mendes ha ricevuto tanti "No, grazie", mantenendo comunque un'influenza "ufficiosa" in vari team in giro per il Vecchio continente, primo fra tutti il Wolverhampton, in Inghilterra, quotato subito prima della Roma per le scommesse calcio tra le favorite delle Europa League 2020!

E' riuscito nei suoi intenti, invece, col Famalicão, seguendo per certi versi l'esempio del mondo Red Bull applicato al pallone: scegliere cioè un club nelle divisioni inferiori, senza particolari pretese e, ancor meglio con le casse da risanare, e portarlo secondo le proprie regole - a quel punto incontestabili - a vette calcistiche inedite fino ad allora. Nessuna tifoseria "caliente" con cui fare i conti e condizioni ideali per fare maturare i propri affari manageriali. E così è stato.

Al Famalicão, Jorge Mendes si è affiancato al patron Idan Ofer, businessman con svariati interessi nell'industria dei trasporti, logistica navale e attività estrattive. E nel calcio di un certo livello, dal momento che Ofer detiene il 32% di quote dell'Atletico Madrid.

Società amiche  - E, guarda un po', dal club dei materassai sono arrivati Nicholás Schiappacasse (ex trequartista uruguaiano del Parma) e il centrale difensivo argentino Nehuén Pérez. La squadra è imbottita, poi da giocatori provenienti dai club amici di Mendes: Wolverhampton (Roderick Miranda e Pedro Gonçalves), Sporting Braga (João Neto e Fábio Martins), Benfica (Diogo Gonçalves e Guga), Valencia (Uroš Račić e Álex Centelles) che sfiderà l'Atalanta in Champions in un confronto davvero equilibrato per le scommesse calcio...

Tutti prestiti o ingaggi a parametro zero: si compra - a zero -, si dona un banco di prova importante ai giocatori da lanciare nel grande calcio, si rivende a peso d'oro. Questo, insomma, il meccanismo del Famalicão. I contorni sono quelli di una favola? Più che altro sono quelli dettati da un calcio geneticamente modificato dei nostri tempi.

Per buona pace di quei sei ragazzi (José Alves Marinho, Floriano Portela, Hildebrando Portela, Luis Pinto, Joaquim Mesquita Jr. e Vergílio Pinto de Azevedo) che, invece, una visione nobile ce l'avevano e che nel 1931 - gli anni di tutte le rivolte dal Minho all'Algarve - fondarono il club partendo dal mitico, polveroso Campo da Berbéria.

*La foto di apertura dell'articolo è di Darko Vojinovic (AP Photo).
 

Stefano collabora da anni come giornalista freelance per il portale web di Eurosport Italia, per il quotidiano La Stampa e con la casa editrice NuiNui per la quale è stato coautore dei libri "I 100 momenti magici del calcio" e "I 100 momenti magici delle Olimpiadi".

E' amante delle storie, dei reportage e del giornalismo documentaristico, ma il suo "pallino" resta, su tutti, il calcio d'Oltremanica.