Macron? Il venticinquesimo presidente della Repubblica Francese ma…non solo. Per chi mastica di calcio, ma anche di sport in generale, Macron significa abbigliamento sportivo. E in un mercato dove a farla da padroni sono i big players, marchi americani (Nike) e tedeschi (Adidas e Puma), l’azienda nata nel 1971 a Bologna è decisamente un’eccellenza tutta tricolore. Che con una crescita costante è addirittura arrivata spesso e volentieri a soppiantare le ben più celebri concorrenti straniere. E pensare che tutto nasce da un semplice negozio di attrezzature per il baseball.

Dedichiamo questo spazio a Macron, non solo per le meravigliose intuizioni commerciali di riproporre la maglia bandiera e l'intero completo dello scudetto del 2000 nella sua ormai pluriennale fornitura alla Lazio, ma anche perché l'azienda ha annunciato che produrrà fino a maggio 40 milioni di mascherine per l'Italia. Perché l’eccellenza si vede anche da queste cose!!!

Sport minore in Italia, ma certamente non a Bologna, che ha una radicata tradizione quando si parla di mazze, guantoni e diamanti. E dunque nel 1971 la Macron comincia a distribuire in Italia materiale proveniente dagli Stati Uniti, per poi ampliarsi a metà degli anni Settanta e mettersi a produrre in proprio, sconfinando negli altri sport a stelle e strisce come football americano e basket, oltre che in discipline come il volley.

Il legame con le discipline in voga negli USA si conferma sia attraverso la distribuzione in Italia delle divise dei team professionistici che, a partire dagli anni Novanta, con la produzione in loco per conto della leggendaria Champion delle maglie delle squadre NBA.

I PRIMI PASSI CALCISTICI 

L’esordio nel calcio non può più attendere e arriva nel 1997 con la produzione di abbigliamento. Per il primo contratto di fornitura di un club bisogna aspettare il nuovo millennio, che però inizia col botto: la prima squadra targata Macron, e non potrebbe essere altrimenti, è il Bologna. È solo l’inizio di una espansione che al momento non sembra volersi fermare. Nel 2005 il marchio esce fuori dai confini italiani, vestendo lo Swansea, ma anche conquistando consensi negli USA e in Medio Oriente.

La prima big tricolore a vestire Macron è il Napoli e, bacheca alla mano, il periodo tra il 2009 e il 2015 coincide con le migliori prestazioni recenti degli azzurri: nei sei anni di fornitura il marchio Macron aiuta Mazzarri e Benitez a conquistare due coppe Italia e una supercoppa italiana, oltre a vedere il ritorno del Napoli in Champions League per la prima volta dai tempi di Maradona.

 

Nel frattempo la Macron trova anche il modo di prendersi un’importante fetta di mercato di uno sport tradizionalista come il rugby. La prima nazionale a vestire maglie dell’azienda bolognese gioca proprio con la palla ovale ed è la Scozia nel 2013. Due anni dopo si registra per la Macron anche un esordio iridato, visto che la Tartan Army partecipa ai mondiali che si tengono in Sudafrica. Dal 2017, poi, il marchio felsineo arriva la consacrazione casalinga: un contratto (con una base che si aggira sui 2 milioni di euro l’anno) per la fornitura delle maglie della nazionale italiana fino al 2025.


Anche le nuove frontiere della sponsorizzazione non sfuggono alla Macron, che si lancia anche nel business dei naming rights. Seguendo l’esempio della Reebok, che nel 1997 partecipa alla costruzione dello stadio del Bolton, nel 2014 la Macron sostituisce proprio l’azienda inglese sia per la fornitura delle maglie del club della Greater Manchester che nel nome dell’impianto, che per quattro stagioni si chiama Macron Stadium, prima di acquisire l’attuale denominazione di University of Bolton Stadium.

LA MACRON E LA UEFA

Il vero salto di qualità dell’azienda bolognese, però, arriva probabilmente attraverso una serie di accordi commerciali con le massime autorità del calcio Europeo. L’esordio nel mondo delle nazionali di calcio arriva, accompagnando l'Albania nella clamorosa qualificazione ad Euro 2016! Subito dopo, la UEFA si rivolge proprio alla Macron per il suo Top Executive Programme Kit Assistance Scheme, un accordo che prevede la fornitura ai membri UEFA delle nazioni più piccole del materiale tecnico delle nazionali maggiori, dell’Under-21 e degli arbitri dei campionati di prima categoria. Di conseguenza, ora indossano divise Macron anche Andorra, Armenia, Bielorussia, Cipro, Isole Faroer, Liechtenstein, Lussemburgo e San Marino. 

La soddisfazione della UEFA per la bontà del lavoro della Macron è resa evidente dall’ultimo accordo in ordine di tempo tra la federazione europea e l’azienda italiana, quella che vede per la prima volta nel 2019, addirittura a a stagione in corso, il marchio Macron sulle divise degli arbitri nelle coppe europee. Sia Skomina a Madrid che Rocchi a Baku vestono tricolore in occasione delle finali di Champions League e di Europa League 2018/19, così come Undiano Mallenco quando ha diretto la finalissima di Nations League tra Portogallo e Olanda.

Una bella soddisfazione, che fai il paio con la splendida annata del Verona e con la cavalcata spettacolare della Lazio, altro fiore all’occhiello del brand. Insomma, un’ascesa che sembra non avere fine per la Macron. Che nell’arco di cinquant’anni si è trasformata da negozio di provincia in esempio di livello mondiale delle capacità dell’imprenditoria italiana e che, in un momento così complicato per tutti ha anche deciso di dare una mano. 

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*L'immagine è di Riccardo De Luca (AP Photo); prima pubblicazione dell'articolo, 11 aprile 2020.

 

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.