Chi perizia costantemente il palinsesto delle partite inglesi, si di fronte, al termine dell'estate, a un plotone di incontri. Sembra la FA Cup ma non lo è perché, a ben vedere, comprende - sì - tante squadre, ma solo professionistiche.

Trattasi, chiaramente, della League Cup, che - come accade dal 1982 - prende il nome del suo main sponsor, in questo caso la bibita energetica "Carabao". Il regolamento prevede che a partecipare siano tutti i 92 club iscritti alla Football League, organizzatrice della manifestazione: 20 squadre di Premier e le 24 di Championship, League One e League Two. 

Coppa "federale" e Coppa di Lega: le differenze 

Sempre rimanendo in Inghilterra, la League Cup è stata assegnata per la prima volta nel 1961. Ha senso di esistere perché la FA Cup è, di natura, una sorta di "Open" calcistico, che racchiude - in maniera onnicomprensiva - praticamente tutte le formazioni iscritte alla Football Association, la federazione organizzatrice. Il torneo più antico al mondo quindi, la FA Cup, è definibile come "coppa federale". Le varie leghe, poi, mettono a disposizione il proprio trofeo.

La Carabao Cup, addirittura, prevede un ulteriore frazionamento, come l'English Football League Trophy O "Checkatrade Trophy"), che racchiude le formazioni di League One e League Two (terza e quarta seria), oltreché alcune Under 23 dei club di Premier League. Una sorta, l'EFL Trophy, di Coppa Italia di Serie C, quindi.

Il "sistema misto" italiano

A proposito di Italia: alle nostre latitudini, dal 1957 ad oggi, si adotta un "sistema misto". La Coppa Italia è, sì, sotto giurisdizione della Figc ma, di fatto, viene organizzata dalla Lega Calcio e comprende tutte le formazioni di Serie A e B, più alcune di C e dilettanti. Una competizione di cui, a furor di popolo, si sono acclamate modifiche e rivisitazioni radicali.

Ragioni popolari, tuttavia, mai ascoltate per una competizione di cui si ha interesse promuovere solo l'ultima parte, per i soddisfacenti share tv forniti alla TV di Stato dai top club una volta portata la coppa, un po' troppo alla rinfusa, ai quarti di finale. Le formazioni di Serie B sono costrette a giocarsi le proprie chance di qualificazione in "gara secca" in stadi come San Siro o l'Olimpico. Insomma, della sorpresa o del "giant killing" alla inglese, tanto cari agli esperti di scommesse non importa a nessuno.

Dove la Coppa di Lega esiste (e dove ha fallito)

La Coppa di Lega persiste in una ventina di altri paesi. Più o meno tutti strutturati alla "britannica". Non è un caso, infatti, che gli "inventori" di questa competizione furono proprio gli scozzesi, insieme agli irlandesi. Dopodiché, la troviamo anche in Francia (Coupe de la Ligue), la cui Coup de France "federale" è praticamente identica alla FA Cup. E poi, tra gli altri esempi, in Portogallo (Taça da Liga), Giappone, Gibilterra, Sud Africa, Corea del Sud.

Poi ci sono paesi in cui l'esperimento è fallito: in Spagna, una "Copa de la Liga" è stata assegnata dal 1982 al 1986, ma poi prevalse l'unicità della Copa del Rey federale. Stesso dicasi per la "DFL-Ligapokal" tedesca, messa in palio nel 1972 e tra il 1997 e il 2009.

La "Guardiola's Cup"

Tornando a parlare della Coppa di Lega più famosa, quella inglese, mette in palio un posto in Europa League e ha il merito di concentrare le proprie partite nella prima parte della stagione, con finale a Wembley a cavallo tra febbraio e marzo. La società detentrice del trofeo è il Manchester City, aggiudicatosi (2-1) l'ultima finale disputata contro l'Aston Villa. La terza consecutiva, in casa Sky Blues, da quando c'è Pep Guardiola, trionfatore anche nelle precedenti sfide  a Chelsea (2019) ed Arsenal (2018).

Citizens vittoriosi in tempi recenti anche nel 2014 e nel 2016. E' però il Liverpool il club ad aver vinto il maggior numero di edizioni (8, l'ultima nel 2012 contro il Cardiff City) e, dal 1991 ad oggi, è stata "alzata al cielo" sempre da formazioni di Premier League. Lo era anche il Birmingham City nel 2011, quando, da sfavoriti per le scommesse calcio , trionfarono sotto il cielo sotto l'arco londinese battendo 2-1 l'Arsenal con un gol all'89' di Obafemi Martins, salvo poi retrocedere in Championship a fine stagione.

 

Una competizione che, proprio parlando di Arsenal, ha anche un suo lato romantico: è durante la finale del 1969 (persa incredibilmente 3-1) con lo Swindon Town di terza serie, che lo scrittore Nick Hornby (autore, tra le sue straordinarie opere, di "Febbre a 90") scoprì il suo amore tormentato per i Gunners.

*L'immagine di apertura dell'articolo è di Alastair Grant (AP Photo).

Stefano collabora da anni come giornalista freelance per il portale web di Eurosport Italia, per il quotidiano La Stampa e con la casa editrice NuiNui per la quale è stato coautore dei libri "I 100 momenti magici del calcio" e "I 100 momenti magici delle Olimpiadi".

E' amante delle storie, dei reportage e del giornalismo documentaristico, ma il suo "pallino" resta, su tutti, il calcio d'Oltremanica.