Un gol, un assist e una prestazione da incorniciare. Così il talentino norvegese Jens Petter Hauge si è guadagnato le attenzioni del Milan nell'arco del match preliminare di Europa League, disputata a San Siro e più ostica del previsto, contro il Bodø/Glimt.

Un'operazione di mercato che ha riportato ad altre nel passato, che si sono concretizzate attraverso veri e propri colpi di fulmine qualche giorno, qualche settimana, o qualche mese dopo lo scontro diretto in una competizione europea.

L'abbaglio Aaltonen

Non è la prima volta che accade nella storia del club rossonero, ma ci torneremo, sull'argomento. Perché la dinamica dell'operazione di mercato da poco conclusa, rimanda precisamente a quella che si concretizzò nel 1988 sull'altra sponda del Naviglio, quella nerazzurra. Il protagonista fu un altro scandinavo, anche se finlandese, l'allora 23enne Mika Aaltonen.

Centrocampista creativo col vizio del gol, nella Coppa Uefa 1987-88 aveva portato la squadra della sua città, il Tps Turku (o Turun Palloseura) ai sedicesimi di finali con una doppietta a sorpresa contro gli austriaci dell'Admira Wacker in trasferta. Ancor più sorprendente fu quello che accadde nella sfida successiva, a San Siro contro l'Inter, sconfitto in casa da un suo gol (poi rimontato nella gara di ritorno a Turku). L'allora presidente dei nerazzurri Ernesto Pellegrini se ne innamora e lo vuole portare a tutti i costi in nerazzurro già nel mese di marzo.

Tuttavia, una volta arrivato alla corte di Giovanni Trapattoni, il tecnico di Cusano Milanino non è assolutamente convinto delle sue potenzialità e, dietro a un "deve ancora maturare" che mascherava invece un "è soltanto un fuoco di paglia", lo manda immediatamente in prestito al Bellinzona. All'inizio della stagione 1988-89, quello dello scudetto dei record, Aaltonen viene girato in prestito al Bologna.

 

Ma, anche qui, si ritrova in un ambiente troppo più grande rispetto alle sue reali capacità tecniche: 4 presenze e tanti saluti in Italia, con una carriera proseguita tra le fila della seconda squadra dell'Hertha Berlino in Germania, il ritorno a Turku e un secondo tentativo all'estero, in Israele con l'Hapoel Be'er Sheva. Appende gli scarpini al chiodo al termine dell'ultima esperienza, in patria, al TPV (Tampereen Pallo-Veikot) ad appena 29 anni.

Oggi lavora in Finlandia come professore universitario. Niente male, davvero.

Le sliding doors di Ilicic

Un preliminare, proprio come Hauge fu invece "galeotto" per quanto riguarda Jospip Ilicic. Nell'estate 2010 il Palermo fu chiamato al doppio confronto contro gli sloveni del Maribor. Venne subito messo sotto contratto l'interditore Armin Bacinovic, che l'allora diesse Walter Sabatini aveva già adocchiato. Partita vinta 3-0 al "Barbera", persa 3-2 a Branik. Il secondo gol venne siglato dal 22enne Josip Ilicic.

Fu lo scout Dario Rossi, figlio del tecnico Delio, a suggerire l'acquisto di Josip, così descritto in una intervista di febbraio 2020 a Eurosport, dall'ex allenatore rosanero, il primo ad averlo in Italia: "Le due carriere sono state diverse, tra Armin e Josip. Ma Bacinovic all'epoca era già calciatore, era già pronto. Ilicic, tuttavia, ha sempre avuto una classe innata, straordinaria, ma emotivamente fragile: sbagliava un pallone e lo perdevi per tutta la partita.

Soffriva la concorrenza, all'epoca, con Javier Pastore. La sua tecnica, comunque, è qualcosa di fuori dal comune, e con la maglia dell'Atalanta ha avuto modo di confermarlo in tutte le salse".

Papin, Desailly e... Kutuzov

E torniamo, come promesso agli affari di Casa Milan. Nel 1991 e nel 1993, i rossoneri incontrano l'Olympique Marsiglia in Coppa dei Campioni. In entrambi i casi non andò bene, dolorosissima quella finale di Monaco di Baviera, persa a sorpresa per le scommesse online 1-0 per opera di Basile Boli.

Ma Silvio Berlusconi volle farne tesoro in entrambi i casi: così prima si assicurò bomber JPP, Jean Pierre Papin, poi, a pochi giorni dalla finalissima in terra di Germania, portò in rossonero un certo Marcel Desailly, trasformatosi in uno dei centrocampisti più forti "all time".

Ma ci fu anche un caso in cui non andò "come previsto": nel 2001, un sorprendente attaccante bielorusso, venne acquistato praticamente durante l'intervallo della partita di Coppa Uefa 2001 (era il 20 settembre): il suo nome? Vitali Kutuzov. Buon giocatore, sì, ma non più di un "discreto calciatore di provincia", come di fatto si è rivelato. 

*L'immagine di apertura dell'articolo è di Darko Bandic (AP Photo).

Stefano collabora da anni come giornalista freelance per il portale web di Eurosport Italia, per il quotidiano La Stampa e con la casa editrice NuiNui per la quale è stato coautore dei libri "I 100 momenti magici del calcio" e "I 100 momenti magici delle Olimpiadi".

E' amante delle storie, dei reportage e del giornalismo documentaristico, ma il suo "pallino" resta, su tutti, il calcio d'Oltremanica.