Il nuovo Eldorado del calcio mondiale si chiama Arabia Saudita. Da quando le squadre della Saudi Pro League hanno deciso di…venire a fare spese in Europa e in Sudamerica, sono tantissimi i calciatori che si sono trasferiti nel Golfo Persico, attratti soprattutto dai tantissimi soldi che i club sauditi possono offrire.

Il bonus di benvenuto di 888sport!

Cristiano Ronaldo il primo a sposare l'Arabia

All’inizio fu Cristiano Ronaldo, con il cinque volte Pallone d’Oro che quando ha rotto con il Manchester United, sempre in difficoltà come continuità di risultati in Premier anche per le scommesse calcio, ha deciso di tentare una nuova avventura, accettando il corteggiamento dell’Al-Nassr.

L’approdo del fuoriclasse portoghese sembra aver fatto crollare un muro, perché dopo di lui sono stati tantissimi i calciatori del Vecchio Continente che sono approdati in Arabia Saudita.

E se in alcuni casi si tratta di stelle dell’ultimo decennio ma un po’ avanti con gli anni (come si può dire dello stesso CR7 e di Benzema), a volare nella Saudi Pro League sono stati anche calciatori nel fiore della loro carriera (Sadio Manè, ma anche Sergej Milinkovic-Savic o Ruben Neves) e persino talenti emergenti come lo spagnolo Gabri Veiga.

Benzema

Per non parlare di Neymar, che ha lasciato il Paris Saint-Germain per trasferirsi all’Al-Hilal.

Le regole diverse del mercato di calcio arabo

Insomma, le squadre saudite sono diventate un vero e proprio spauracchio per i grandi club, sia perché potrebbe arrivare da un momento all’altro un’offerta irrinunciabile per una delle stelle in rosa, sia perché la concorrenza araba è difficile da battere, come dimostra appunto il caso di Gabri Veiga, a lungo corteggiato dal Napoli ma alla fine finito nella Saudi Pro League.

Senza contare il fatto che da quelle parti il mercato finisce più tardi, il che significa il rischio concreto che un approccio di un club saudita verso un calciatore di una squadra europea si trasformi in un addio certamente redditizio, ma senza la possibilità di sostituire il partente.

E poi la potenza di fuoco economica dei club fa paura, soprattutto a chi è costretto a misurarsi con il Fair Play Finanziario. Dunque, il calcio saudita spaventa perché a chi lo vive come una fastidiosa concorrenza sembra quasi…senza regole.

8 stranieri per squadra in Arabia e solo 7 in campo

In realtà però le regole ci sono eccome, con una in particolare che rischia di frenare lo sviluppo esponenziale della Saudi Pro League. Si tratta di quella che prevede un numero massimo di stranieri in squadra, limitati a 8. E c’è di più, perché di questi 8 solamente 7 possono essere registrati per una partita.

Una norma che, a conti fatti, impedisce lo scenario che molti prospettano, ovvero partite in stile…all-star game, con in campo tutte stelle di prima grandezza. E invece no, perché ci vogliono almeno 4 sauditi in campo, più eventualmente tutto il resto della panchina.

Sadio Manè

Certo, si potrebbe pensare che questa regola sia destinata a essere eliminata, ma probabilmente non sarà così. Il punto è che nel progetto della federazione saudita non c’è solo la creazione di un campionato stellare, ma anche la crescita della nazionale, che tanto bene ha già fatto agli scorsi mondiali.

Dunque, ci sarà sempre la necessità di veder giocare calciatori sauditi, anche se, visto quanto accaduto in passato con la Cina, c’è anche la possibilità che aumentino le naturalizzazioni proprio per aggirare la regola in questione.

La Saudi Pro League ha 18 squadre

Ma quante sono le squadre che prendono parte alla Saudi Pro League? A partire dalla stagione 2023/24, il numero dei club coinvolti è salito a 18, dai precedenti 16.

E sempre seguendo le linee guida del progetto Saudi Vision 2030, che tra le altre cose punta anche all’assegnazione dell’Arabia Saudita dei Mondiali del centenario o l'edizione successiva, le quattro squadre più importanti e titolate, ovvero Al-Ahli, Al-Hilal, Al-Ittihād e Al-Nassr, sono state acquistate direttamente dal fondo saudita per gli investimenti pubblici.

Che forse è meglio chiamare con la sigla con cui è più conosciuto, ovvero PIF, il fondo che ha anche acquistato il Newcastle in Premier League. Da qui si capisce bene quanto le potenzialità delle quattro big saudite dal punto di vista economico siano pressochè infinite.

Cristiano Ronaldo guida la classifica degli stipendi

Volendo andare a fare i conti in tasca ai club arabi, basta analizzare la lista dei giocatori più pagati per capire quanta sia la forbice persino con campionati ricchissimi come la Premier League. Il calciatore che guadagna di più, neanche a dirlo, è Cristiano Ronaldo, con un contratto da circa 200 milioni all’anno.

Un duello pazzesco tra CR7 e KK!

Lo seguono l’ex compagno di squadra al Real Madrid Benzema e Neymar, con il francese che arriva a 100 milioni e il brasiliano che li supera.

Tra gli altri paperoni della lega ci sono N’Golo Kantè, anche lui vicino ai 100 milioni, alcune ex stelle della Premier League come Riyad Mahrez, Bobby Firmino, Fabinho e Jordan Henderson, il già citato Sadio Manè e anche alcune vecchie conoscenze della Serie A, come Milinkovic-Savic ma anche come Marcelo Brozovic e Kalidou Koulibaly.

E pensare che prima di tutta questa rivoluzione, il calciatore che guadagnava di più da quelle parti era un altro ex Serie A, ovvero Ever Banega, che con i suoi 9 milioni di euro a stagione non è finito tra i poveri ma…poco ci manca.

Insomma, il boom del calcio saudita è dovuto a un progetto ad ampio spettro non solo della federazione, ma dell’intero paese, che punta a diventare leader nel campo calcistico sia in quanto a capacità di intrattenimento che dal punto di vista squisitamente tecnico.

Il curioso precedente del Pallone d'Oro Stoichkov

Eppure, non si può non chiudere con una curiosità. Chi pensa che il primo Pallone d’Oro a trasferirsi in Arabia Saudita sia stato Cristiano Ronaldo, ha capito decisamente male.

Nel 1998 Hristo Stoichkov ha accettato un’offerta dell’Al-Nassr, che lo ha ingaggiato per due sole partite (semifinale ed eventuale finale di Coppa delle Coppe asiatica) al prezzo di 250mila dollari.

E l’Ayatollah li ha fatti fruttare, avendo contribuito con un gol al successo del club saudita nella competizione. Anche se rispetto a quanto guadagnano Cristiano Ronaldo e compagnia bella, al bulgaro ora sembrerà di aver ricevuto…solo noccioline!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.