In Italia oggi brasiliani di seconda fascia
Calciatori brasiliani Serie A: basta vedere una partita di Champions o della Liga spagnola per capire che oggi in Italia arrivano calciatori sudamericani di seconda fascia.
Fino a 10 anni fa non era esattamente così e, anzi, se si guarda alla storia del nostro campionato, il termine “straniero” è spesso sinonimo di “brasiliano” e non di calciatore tedesco!
E lo dicono i numeri, perché da quando nel 1929 è nato il campionato a girone unico sono ben 388 i calciatori verdeoro che hanno giocato nella massima serie tricolore, rappresentando ben l’11% degli stranieri transitati in A.
E questo senza contare gli oriundi che hanno vestito la maglia della nazionale, una lista di 13 calciatori che comprende tra gli altri Josè Altafini, Angelo Sormani, Thiago Motta, Eder e tre campioni d’Europa, a sorpresa per le quote calcio, nel 2021 come Jorginho, Emerson Palmieri e Rafael Toloi.
Insomma, quando per i club italiani è stato possibile tesserare stranieri, sono molti quelli che si sono affidati al Brasile. Spesso con ottimi risultati, ma qualche volta anche rimediando delusioni pazzesche.
Doppio record per Altafini, ma che numeri per Felipe ed Alda
Il calciatore brasiliano con più presenze in Serie A è proprio uno degli oriundi, Altafini, che ha giocato nel nostro paese per quasi vent’anni ed è sceso in campo nel massimo campionato per 459 volte con le maglie di Milan, Napoli e Juventus.
Alle sue spalle c’è un insospettabile, Felipe. Il difensore centrale ha giocato ben 376 match in A con sette squadre (Udinese, Fiorentina, Cesena, Siena, Parma, Inter e SPAL), mettendosi dietro altri habitué della A come Luis Vinicio (347 presenze), l’ex Parma e Udinese Danilo (344) e la leggenda del Cagliari Nenè (338).
Il primo brasiliano per presenze in A con una sola squadra è invece Aldair, 330 partite, tutte con addosso il giallorosso della Roma.
Altafini guida anche la classifica delle reti con i suoi 216 gol, che gli permettono di essere il quarto marcatore di sempre della Serie A in coabitazione con Giuseppe Meazza.
Lo segue Luis Vinicio, 155 gol tra Napoli, Bologna, Vicenza e Inter, mentre al terzo posto c’è un giramondo del pallone come Sergio Clerici, 103 reti nel massimo campionato con sette squadre diverse.
Adriano e Kakà hanno segnato più del Fenomeno
Tra i protagonisti di tempi più recenti impossibile non menzionare Kakà e Adriano, entrambi con 77 gol in A in carriera, ma soprattutto il Fenomeno Ronaldo, 58 reti con l’Inter, ma a fronte di appena 88 partite giocate…
E poi c’è Marcio Amoroso, con 51 gol e con l’ultimo titolo di capocannoniere firmato da un brasiliano, con le 22 reti segnate con l’Udinese nella stagione 1998/99. Gli altri due verdeoro che si sono laureati re dei bomber sono Dino Da Costa (nel 1956/57 con la Roma) e Luis Vinicius (nella stagione 1965/66 con il Vicenza).
Calciatori brasiliani Serie A
Attualmente i calciatori brasiliani che giocano in Serie A sono 14, sparsi in 12 club, che formano il quinto contingente straniero del campionato dopo Francia, Spagna, Argentina e Olanda.
Le due squadre più verdeoro della stagione in corso sono Juventus (Bremer e Douglas Luiz) e Napoli (David Neres e Juan Jesus) con due brasiliani, mentre ne hanno uno solo Atalanta (Ederson), Inter (Carlos Augusto), Fiorentina (Dodo), Milan (Emerson Royal), Udinese (Brenner), Como (Gabriel Strefezza), Parma (Hernani), Genoa (Junior Messias), Verona (Luan Patrick) e Lazio (Filipe Bordon con la Primavera).
Bremer ed Ederson su tutti
In attesa dell'esplosione di David Neres, i più forti chiaramente sono Bremer ed Ederson, ancora non famosissimi tra San Paolo e Rio.
Tra questi il giocatore con più presenze nel massimo campionato è chiaramente Juan Jesus, in Italia ormai dal 2012, con 252 partite disputate nella massima serie tra Inter, Roma e Napoli.
Per quello che riguarda i gol, il primatista attuale è Messias, che ha segnato 21 reti in A con le maglie di Crotone, Milan e Genoa.
Alex Sandro e Julio Cesar i più vincenti in Serie A
I brasiliani più vincenti della storia della Serie A sono due, Alex Sandro e Julio Cesar. Il terzino è stato protagonista di cinque dei nove scudetti consecutivi della Juventus, mentre il portiere dell’Inter ha messo le mani (nel vero senso della parola) sui cinque titoli nazionali ed è stato uno degli alfieri dei nerazzurri nell’anno del leggendario Triplete.
A quota 4 ci sono Altafini (due con il Milan e due con la Juventus), Jair e Maicon (tutti con l’Inter) e l’insospettabile Rubinho, terzo portiere della Juventus nel periodo di dominio bianconero.
Tra i brasiliani con tre scudetti, infine, spuntano Douglas Costa (Juventus) e Maxwell (Inter), mentre hanno vinto un solo titolo ma ben due Champions League con squadre italiane sia Dida che Serginho, entrambi titolarissimi del Milan di Carlo Ancelotti.
Il Milan è il club più brasiliano in Italia
A proposito dei rossoneri, il titolo di squadra più brasiliana d’Italia se lo prende il Diavolo, non fosse altro per il livello dei verdeoro che hanno vestito la maglia del Milan.
Si parla di un Pallone d’Oro che giocava in rossonero nell’anno in cui lo ha vinto (Kakà), ma anche di altri vincitori del premio come Rivaldo, Ronaldo e Ronaldinho, che però sono arrivati a Milanello quasi al termine della carriera.
Tra grandi rimpianti come Pato, stelle come Thiago Silva, i già menzionati Dida e Serginho, una leggenda del calcio mondiale come Cafù, un simbolo della società come Leonardo e un campione di tutto come Roque Junior, si capisce come il sodalizio tra Milan e Brasile sia stato spesso molto proficuo.
Non che siano mancate le stelle verdeoro altrove in Serie A.
Basterebbe pensare che tra anni Ottanta e Novanta hanno giocato da queste parti campioni del livello di Paulo Roberto Falcao (Roma), Toninho Cerezo (Roma e Sampdoria), Zico (all’Udinese), Taffarel (Parma e Reggiana), Dunga (Pisa, Fiorentina e Pescara), Alemao (Napoli e Atalanta), Careca (Napoli), Junior (Torino e Pescara) o Socrates (Fiorentina) per sottolineare che buona parte dei migliori brasiliani degli ultimi decenni ha messo piede nel nostro campionato.
Quante delusioni da Da Luis Silvio in avanti
Certo, non sono comunque mancati i bidoni. Del resto, su quasi 400 calciatori, impossibile che tutti quanti fossero di alto livello. Il Milan ha fatto la sua parte, con Luiz Adriano, Ricardo Oliveira o Digao (fratello di Kakà). Ma un po’ tutti, chi più chi meno, hanno il loro scheletro nell’armadio.
A Roma sponda giallorossa si ricordano con poco piacere sia Renato che Andrade ma soprattutto Fabio Junior, l’Inter risponde presente con Vampeta e Gilberto, la Juventus in questa lista poco onorevole può tranquillamente schierare Diego, mentre alla Fiorentina l’incubo verdeoro si chiama Marcio Santos.
E persino le piccole hanno il loro brasiliano da dimenticare, come Jardel, due volte Scarpa d’Oro ma fantasma all’Ancona. Senza poi contare che il primo “bidone” al momento della riapertura delle frontiere del 1980 ha giocato con la Pistoiese: il brasiliano Luis Silvio, sei presenze e neanche un gol con i toscani.
A dimostrazione che non tutti i brasiliani riescono…col buco!
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