Quando la Cremonese ha deciso di esonerare Massimiliano Alvini, si è guardata intorno per capire chi potesse provare a trascinare la squadra grigiorosa verso una salvezza che sembra impossibile.

Ed ecco perchè la dirigenza del club lombardo ha affidato la sua panchina a chi nella sua carriera di imprese simili ne ha fatte parecchie: se si cerca di evitare la retrocessione, altroché la costruzione bassa di De Zerbi, poche puntate sono più redditizie di quelle fatte su Davide Ballardini.

E quindi il tecnico ravennate ha preso la guida della Cremonese e sta cercando di farla rimanere in una Serie A conquistata dopo oltre venticinque anni di assenza.

Il contratto di Ballardini con la Cremonese

Il record di 7 salvezze da subentrante del Balla

L'esperienza di Ballardini alla Lazio

Le squadre allenate da Ballardini

Le imprese di Ballardini in Coppa Italia alla guida dei grigiorossi

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Il contratto di Ballardini con la Cremonese

Non è ancora stato comunicato quanto percepisce il tecnico a Cremona, ma quel che è certo è che il club (che ha ancora sotto contratto anche Alvini, con uno stipendio di 400mila euro a stagione) ha parecchia fiducia in Ballardini.

Per lui è stato stilato un accordo fino al 2024, che dovrebbe essere dunque blindato anche nel caso l’allenatore romagnolo non riesca a salvare la Cremonese, che versa in una situazione decisamente complicata in Serie A, e il club sia costretto a tornare nella serie cadetta

Il record di 7 salvezze da subentrante del Balla

Visto il passato, però, resta sempre complicato stabilire a priori che una squadra di Ballardini non ha possibilità di salvezza, considerando che in ben sette casi il tecnico è arrivato da subentrato sulla panchina di una squadra della massima serie e ha ottenuto la permanenza in A.

L’unico fallimento della lista è quello del 2014, quando il Bologna si affida a lui a gennaio, ma i rossoblu non riescono comunque a evitare la retrocessione.

Ballardini alla guida del Bologna

Per il resto, la carriera di Ballardini parla abbastanza chiaro e scandisce la parola “salvezza” con una frequenza incredibile.

Il tecnico comincia ad allenare nella stagione 2004/05, quando guida la Sambenedettese al quarto posto in C1 e ai playoff per provare ad arrivare in Serie B. Nella stagione successiva lo mette sotto contratto il Cagliari, che però lo esonera dopo 9 partite di A, una sorte simile a quello che gli accade nella stagione 2006/07 a Pescara in B.

Poi, comincia l’epopea delle grandi salvezze. La prima è di nuovo a Cagliari, con i sardi che lo richiamano dopo aver alternato due volte Giampaolo e Sonetti.

A metà stagione il Casteddu è in piena zona retrocessione e dopo le prime due partite con il nuovo tecnico sono addirittura a 7 punti dalla salvezza. Che arriverà comunque e anche con una giornata di anticipo, soprattutto grazie a un rush finale con quattro vittorie, due delle quali da sfavoriti per le quote delle scommesse Serie A, nelle ultime sei partite.

Nella stagione successiva il subentro è ancora più rapido, perchè il Palermo esonera Colantuono dopo appena una giornata. Ballardini guida una squadra forte, con Cavani, Miccoli, Kjaer, Nocerino e Balzaretti, che arriva comodamente ottava, a pochi punti dalla zona di classifica che vale l’Europa.

L'esperienza di Ballardini alla Lazio

Il tecnico viene quindi messo sotto contratto dalla Lazio, ma l’esperienza capitolina dura pochi mesi e termina con un esonero a febbraio 2010, nonostante la vittoria della Supercoppa Italiana.

Tempo qualche mese (novembre dello stesso anno) e chiama il Genoa, che esonera Gasperini troppo vicino alla zona retrocessione.

Il cambio in panchina si rivela molto positivo, perchè sotto la guida di Ballardini il Grifone non solo si salva con tre giornate di anticipo, ma arriva decimo in Serie A e vincendo il derby contribuisce a condannare alla B la Sampdoria. 

Balla al Genoa

Questo però non basta per confermare l’allenatore di Ravenna, che dunque riparte senza panchina, ma la ritrova subito. Nel novembre 2011 chiama di nuovo il Cagliari, che dopo 11 partite esonera Ficcadenti. Stavolta però le cose non vanno bene, perchè dopo 18 partite e con la squadra fuori dalla zona retrocessione viene licenziato (non esonerato) da Cellino nel marzo 2012.

Le squadre allenate da Ballardini

Come al solito, Ballardini comincia il campionato successivo senza squadra, ma la ritrova a gennaio 2013: chiama ancora il Genoa, che ha provato prima con De Canio e poi con Delneri, ma che con il tecnico romagnolo mette le marce giuste: diciassettesimo posto e permanenza in A conquistata con una giornata di anticipo sulla tabella di marcia.

Arriva poi la delusione bolognese, sostituendo Pioli e subendo l’onta della retrocessione, cancellata da un altro ritorno, quello a Palermo nel novembre 2015. Quell’anno i rosanero cambiano allenatore nove volte, due delle quali tocca a Ballardini, che alla fine riesce a portare la squadra al sedicesimo posto grazie alle cinque partite finali in cui colleziona tre vittorie e due pareggi.

Anche stavolta, però, la stagione successiva dura poco: passano appena due giornate del campionato 2016/17 prima delle dimissioni. Si arriva dunque alle ultime due imprese, entrambe di nuovo Genoa e segnate da altrettanti esoneri successivi.

Nel novembre 2017 Ballardini sostituisce Juric e porta il Grifone a un agevole dodicesimo posto, salvo poi essere mandato via a ottobre 2018. L’ennesimo ritorno è quello del dicembre 2021, stavolta al posto di Maran, con un altro campionato terminato a metà classifica (undicesimo).

E dopo l’ultimo esonero, quello di novembre 2021, il Genoa non lo richiama e stavolta finisce in B.

Le imprese di Ballardini in Coppa Italia alla guida dei grigiorossi

Ora, Ballardini ci prova con la Cremonese. A differenza delle squadre con cui si è salvato negli anni, il tecnico trova una rosa con pochi veri talenti.

Al Genoa negli anni ha avuto Destro, Scamacca, Pandev, Perin e Palacio, a Palermo ha diretto fior di campioni nel 2008 ma anche nel 2016 aveva in rosa Gilardino, Vazquez e Maresca, mentre a Cagliari ha fatto rendere al massimo una promessa come Acquafresca e ha trasformato Storari in un portiere di primo piano.

A Cremona sembra tutto abbastanza più complicato, ma non è il caso di disperare perchè Ballardini è stato capace di creare imprese storiche anche quando tutto sembrava suggerirne l’impossibilità.

E anche se alla fine il club lombardo dovesse tornare in B, comunque il tecnico il suo miracolo, assolutamente impronosticabile per le scommesse Italia, lo ha già fatto: il ritorno della Cremonese in semifinale di Coppa Italia dopo 36 anni, tra l’altro battendo il Napoli al Maradona e la Roma all’Olimpico, vale certamente quanto una salvezza miracolosa. E chissà che alla fine il tecnico non riesca anche a fare ancora meglio…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.