Dopo sei anni e due Mondiali, il Brasile e Tite hanno terminato il loro rapporto di lavoro alla fine della Coppa del Mondo in Qatar. Per l’ex CT il bilancio è abbastanza magro, con in bacheca appena la Copa America 2019, oltre alla finale raggiunta (e persa contro i rivali dell’Argentina) nell’edizione 2021.

Ai Mondiali invece è andata sempre decisamente male, con l’eliminazione ai quarti sia nel 2018 che nel 2022. E adesso, la carica di commissario tecnico della selezione verdeoro è vacante, perchè la federazione, considerando che non ci sono impegni pressanti a breve, si sta prendendo tutto il tempo necessario per scegliere il nuovo allenatore. Ma la stampa sudamericana ha già il nome: quello di Carlo Ancelotti.

Quando termina il contratto di Ancelotti al Real Madrid

Chi sarà il primo allenatore straniero del Brasile?

La straordinaria abilità di Ancelotti nel gestire i campioni 

Sir Alex, Loba, Trapattoni e gli altri tecnici top 

Pep Guardiola terminerà la carriera con una Nazionale?

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Quando termina il contratto di Ancelotti al Real Madrid

Re Carlo da Reggiolo, non appena si sono diffuse le voci di un suo approdo al Brasile da luglio, si è affrettato a smentire, spiegando di avere un contratto con il Real Madrid. Eppure non è così improbabile che il tecnico italiano decida di affrontare questa avventura. Che, a ben vedere, sarebbe un affare per entrambe le parti in causa. In primis per lo stesso tecnico, che al calcio dei club ormai ha davvero poco da chiedere.

Per lui ci sono una serie di record calcistici impressionanti, come l’aver vinto il campionato in tutti e cinque i grandi tornei europei (Serie A, Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1), ma soprattutto l’essere diventato l’allenatore con più Champions League in bacheca, quattro, grazie alle due vinte con il Milan e ad altrettanti trionfi alla guida del Real Madrid.

L'esultanza di Ancelotti a Parigi!

Considerando che attualmente è sulla panchina dei Blancos, qualsiasi altro club dopo questa seconda esperienza al Bernabeu sarebbe…una retrocessione.

E quindi, a meno di non accettare qualche panchina per ragioni di cuore (come la famosa volontà un giorno di allenare la Roma), ci sta che Re Carlo possa decidere di mettersi in gioco in un ambiente, quello del calcio delle nazionali, in cui non ha ancora avuto modo di affermarsi.

Chi sarà il primo allenatore straniero del Brasile?

E quale possibilità migliore che allenare il Brasile? La Seleção è piena di stelle, sia del presente che soprattutto del futuro. E l’idea di portare la nuova generazione verdeoro verso i Mondiali 2026 è certamente stimolante dal punto di vista calcistico, oltre che parecchio affascinante come esperienza di vita.

Ma perchè il Brasile dovrebbe scegliere Ancelotti? In realtà qualche remora c’è, perchè il tecnico di Reggiolo sfonderebbe un vero e proprio muro: nei suoi quasi 110 anni di storia, la Seleção non ha mai avuto un allenatore straniero.

Dunque, qualcuno storce il naso, ma se la federazione ha intenzione di infrangere questo tabù, pochi hanno le credenziali di Ancelotti, nonostante la nuova moda dei club top brasiliani di affidarsi ad allenatori portoghesi...

La straordinaria abilità di Ancelotti nel gestire i campioni 

L’allenatore italiano è molto apprezzato in Sudamerica e ha un palmares che sarebbe in grado di convincere anche i più scettici. E poi ad affascinare la CBF è certamente il modo di allenare di Re Carlo.

Nonostante in carriera le innovazioni tattiche non siano mai mancate (basterebbe pensare all’Albero di Natale), quello che viene universalmente riconosciuto ad Ancelotti è una capacità innata di gestire i campionissimi.

Un abbraccio stupendo tra Ancelotti e VJ23!

Considerando che da sempre in Brasile hanno avuto qualche problema con calciatori dalla personalità importante o, peggio (o forse meglio) ancora, un’abbondanza di talenti che costringeva il CT a scelte a volte impopolari, uno come Ancelotti sembra il tecnico perfetto per tirare fuori dai giocatori il massimo delle loro capacità, riuscendo anche a mantenere quel clima di allegria e di amicizia di cui le squadre, ma soprattutto le selezioni nazionali, hanno assoluto bisogno per fare bene nei tornei che contano.

E poi di certo Carletto, dopo decenni a guidare le squadre più importanti d’Europa, avrebbe le spalle abbastanza larghe da sopportare la stampa brasiliana ed i favori del pronostico sempre attribuiti a Neymar e compagni per le scommesse online, che quando si parla della Seleção è parecchio agguerrita e non si fa problemi a fare la guerra ai CT che non reputa in grado di fare il proprio lavoro.

Sir Alex, Loba, Trapattoni e gli altri tecnici top 

E se dall’estate Ancelotti dovesse veramente diventare il commissario tecnico del Brasile, si unirebbe a un club non proprio frequentatissimo: quello dei tecnici di altissimo livello che hanno allenato una nazionale.

Un gruppo che è chiaramente guidato dall’allenatore più vincente di sempre, Sir Alex Ferguson. Lo scozzese però ha allenato una nazionale, la sua Scozia, dopo l’esperienza all’Aberdeen e prima dei 27 anni in cui ha fatto la storia al Manchester United, ereditando tra l’altro l’incarico da un altro grandissimo come Jock Stein, leggenda del Celtic Glasgow.

Sir Alex nel 1986

Di certo nella lista ci entra anche Vicente del Bosque. Il tecnico spagnolo ha prima allenato il Real Madrid, portandolo a vincere due Champions League a cavallo del nuovo millennio, poi ha ereditato la Spagna da Luis Aragones e l’ha portata a vincere i Mondiali nel 2010 e gli Europei del 2012, guadagnandosi anche il titolo di Marchese per i suoi risultati alla guida delle Furie Rosse. 

Tra gli altri tecnici top che hanno allenato una nazionale non si può certamente dimenticare Valerij Lobanovs’kyj. Il “Colonnello”, che ha fatto la storia del calcio sovietico prima e ucraino poi alla guida della Dinamo Kiev, è stato anche più volte CT dell’Unione Sovietica, ha guidato gli Emirati Arabi Uniti e il Kuwait prima di chiudere la sua lunga e vincente carriera alla guida dell’Ucraina.

E a proposito di big con una carriera infinita e vincente, impossibile ignorare Giovanni Trapattoni.

Il Trap, che ha vinto tutto sulla panchina della Juventus, ha infranto record con l’Inter e si è tolto anche la soddisfazione di vincere all’estero, ha guidato due nazionali.

Prima c’è stata l’esperienza con l’Italia, ai Mondiali in Giappone e Corea e agli Europei in Portogallo, poi i cinque anni da CT dell’Irlanda, che con lui in panchina per poco non si qualifica ai mondiali del 2010, con il gol dubbio, anche per le scommesse live, convalidato ad Henry!

Pep Guardiola terminerà la carriera con la Nazionale?

E poi c’è un’altra categoria, quella dei grandissimi allenatori che non hanno mai guidato una nazionale ma che ci sono andati molto vicini. A partire da Josè Mourinho, che più volte (e anche di recente) si è quasi convinto ad allenare il suo Portogallo, salvo poi decidere di continuare con i club.

Ancora nessuna esperienza con una selezione nazionale anche per Pep Guardiola, che però è stato anche lui sondato dal Brasile in tempi recenti e ha fatto sapere che l’esperienza da CT comunque rientra nei suoi interessi per il futuro. C’è stata aria di nazionale anche per Jürgen Klopp, tra i favoriti per sostituire Löw, ma il tedesco ha preferito continuare con il Liverpool lasciando il posto a Flick.

Di cui però potrebbe essere a sua volta il sostituto una volta che l’ex Bayern lascerà la Mannschaft. Perchè in fondo, guidare una nazionale è un’altra cosa. E tutti i big prima o poi un pensierino ce lo fanno…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.