Il mese di giugno del 2003 ha cambiato definitivamente la storia del calcio inglese, ma anche di quello europeo con l’arrivo di Roman Abramovich alla guida del Chelsea.

La prima campagna acquisti del Chelsea di Roman

Abramovich e Mourinho

La prima finale di Champions a Mosca

Il trionfo del Chelsea a Monaco

La Premier dei record di Antonio Conte

La Champions vinta sul City

Il magnate russo ha acquistato per circa sessanta milioni di sterline, più i debiti pregressi, un club che fino a quel momento aveva vinto un solo campionato (negli anni Cinquanta), due Charity Shield, tra FA Cup, due coppe di Lega e due Coppe delle Coppe e lo ha trasformato in una delle società più vincenti della storia del calcio, una delle poche che può vantare di aver vinto ogni torneo a cui abbia mai partecipato.

La prima campagna acquisti del Chelsea di Roman

Quella del Chelsea guidato dal russo, che molti in maniera dispregiativa hanno chiamato “Chelski” è una storia fatta di spese enormi, protagonisti celeberrimi, vittorie inaspettate e, anche, sconfitte cocenti.
 
Nella stagione 2003/04, la prima da proprietario, Abramovich decide di lasciare in carica Claudio Ranieri, che pure aveva fatto molto bene negli anni precedenti. Il Chelsea fa una campagna acquisti pazzesca, portando tra gli altri a Stamford Bridge Joe Cole, Makelele, Crespo, Mutu e Veron.

Crespo con la maglia del Chelsea!

Peccato che in quell’annata la concorrenza sia…invincibile, nel vero senso della parola: l’Arsenal di Wenger non perde neanche una partita e il Chelsea arriva secondo, raggiungendo le semifinali di Champions League e il quinto turno di FA Cup. Sarebbero buonissimi risultati, ma il magnate russo vuole vincere e decide che è ora di cambiare marcia.
 

Abramovich e Mourinho

E per farlo chiama Josè Mourinho, reduce dalla vittoria della Champions League con il Porto. Il lusitano si presenta subito definendosi lo “Special One”, ma i risultati parlano per lui. Grazie anche a un altro mercato stratosferico (Drogba, Carvalho, Robben, Cech) il Chelsea torna alla vittoria in campionato dopo 50 anni, portando a casa anche la League Cup. Il cammino in Champions si ferma di nuovo alle semifinali, contro il Liverpool che vincerà a Istanbul, ma l’effetto Mou si sente eccome.

La prima Premier di Mou!

E si sente anche nella stagione successiva, visto che arriva il secondo titolo consecutivo, anche grazie agli acquisti di Essien e Wright-Phillips. Purtroppo per i Blues l’Europa continua a essere un cruccio, perché nella Champions 2005/06 il Chelsea saluta addirittura agli ottavi.

La stagione successiva, con Shevchenko, Ballack e Ashley Cole aggiunti alla rosa, l’obiettivo dunque è la Champions. Anche stavolta però l’ultima fermata è la semifinale, di nuovo contro il Liverpool. L’idillio con Mourinho termina nel settembre 2007, con un esonero milionario e la squadra affidata ad Avram Grant.

La prima finale di Champions a Mosca

E paradossalmente, l’israeliano arriva più vicino alla gloria del portoghese: il Chelsea si gioca la finalissima di Champions a Mosca contro il Manchester United e basterebbe un calcio di rigore di capitan Terry a realizzare il sogno di Abramovich. Ma il difensore scivola e la coppa la vincono Ronaldo e compagni.

Un'immagine di United - Chelsea a Mosca!
 
La stagione 2008/09 dovrebbe segnare una ripartenza, ma è molto travagliata. Il magnate russo sceglie Felipao Scolari come allenatore, ma il brasiliano viene esonerato a febbraio, lasciando la squadra nelle mani di Hiddink. Come da copione, l’olandese rischia il colpo grosso: non solo vince la FA Cup, ma per poco non elimina in semifinale di Champions il Barcellona del Triplete di Guardiola.

Hiddink però non rimane e viene sostituito da Carlo Ancelotti. Il tecnico di Reggiolo ottiene il double alla prima stagione, con un’annata in Premier da record, nonostante appena 25 milioni di euro spesi sul mercato.

Anche per le prestazioni in Champions (fuori agli ottavi), però, la scintilla però non scoppia e al termine della stagione 2010/11, che i Blues terminano secondi e arrivando ai quarti di finale in Europa, arriva la separazione con l’allenatore italiano. Il prescelto per il nuovo ciclo è lo…Special Two, Andrè Villas-Boas, che però dura pochissimo: a marzo 2012 viene sostituito dal suo vice, Roberto Di Matteo.

Il trionfo del Chelsea a Monaco

E l’ex azzurro fa il miracolo. FA Cup vinta, ma soprattutto Champions League sollevata a Monaco di Baviera, battendo il Bayern padrone di casa  ai calci di rigore. Forse la più grande sorpresa in una finale per le quote calcio nell'era moderna!

Il rigore decisivo di Drogba contro il Bayern!
 
Dopo aver realizzato il sogno del suo proprietario, Di Matteo è, ovviamente, confermato, ma a novembre riceve il benservito. Al suo posto arriva Rafa Benitez, che da tecnico ad interim si toglie una bella soddisfazione, vincere l’Europa League 2012/13, per un double continentale che aumenta il prestigio dei Blues. Ma lo spagnolo non può restare, perché Abramovich ha richiamato un vecchio amico: nell’estate 2013 torna a Stamford Bridge Josè Mourinho.

La prima stagione è interlocutoria, con lo Special One che rimane a bocca asciutta in tutte le competizioni, ma il tempo di scaldarsi e la magia del portoghese torna improvvisamente: Premier League e League Cup vinte nella stagione 2014/15, ma anche stavolta la Champions resta una chimera. Poi Mou comincia ad avere frizioni con la squadra e a novembre 2015 viene esonerato e sostituito da Hiddink, ma stavolta l’olandese non ottiene risultati di rilievo.
 

La Premier dei record di Antonio Conte


Per tornare a vincere Abramovich si affida a un altro italiano, Antonio Conte, che nella prima stagione sfrutta l’assenza degli impegni europei e sbanca la Premier League infrangendo alle quote Premier League una serie di primati del campionato inglese e arrivando anche in finale di FA Cup. La magia, però, dura poco.

L'esultanza di Antonio Conte!

La stagione successiva Conte porta a casa la FA Cup, ma il quinto posto in campionato, unito all’eliminazione negli ottavi di Champions League, gli costa il posto. Sulla sua panchina però si siede l’ennesimo rappresentante del tricolore, Maurizio Sarri. Il tecnico toscano si toglie la soddisfazione di sollevare l’Europa League, ma al termine della stagione 2018/19 decide di tornare in Italia, accettando la corte della Juventus.

Il Chelsea opta dunque per la soluzione…fatta in casa, affidando la prima squadra a Frank Lampard, che dopo essere stato una bandiera del club in campo si era fatto le ossa in panchina con il Derby County. La cessione di Hazard è però un brutto colpo dal punto di vista tecnico e l’ex centrocampista è protagonista di una stagione 2019/20 mediocre e di un inizio di quella successiva ancora peggiore. 
 

La Champions vinta sul City

Quando a gennaio 2021 viene esonerato, al suo posto arriva Thomas Tuchel, da poco spedito a casa dal Paris Saint-Germain.

La scelta è vincente, nel vero senso della parola: il tedesco sistema la squadra e arriva clamorosamente a giocarsi la finale di Champions League contro il favoritissimo Manchester City di Pep Guardiola. Ma siccome il pallone è rotondo, Kai Havertz, da acquistato nell’estate 2020 per quasi 100 milioni di euro, segna la rete che vale la seconda Champions League della storia del Chelsea.

Il Chelsea festeggia la Champions 2021!

Ed è anche quello che con tutta probabilità sarà l’ultimo trofeo dell’era Abramovich, perché le vicende geopolitiche che coinvolgono la Russia e le sanzioni che hanno colpito il russo hanno convinto il numero uno di Stamford Bridge a mettere in vendita il club e intanto ad affidarne la guida a un trust di tifosi. Ma comunque vada a finire, i suoi quasi vent’anni alla guida del Chelsea sono stati indimenticabili. E hanno trasformato, con tutta probabilità in maniera definitiva, uno dei tanti club londinesi in una potenza del calcio mondiale.
 

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.